Melucci dispensa un’altra delega fuori giunta in Provincia. Il forzista Raffaele Gentile dovrà occuparsi di Piani strategici territoriali. Esiste ancora un’opposizione nell’ente di via Anfiteatro? Siamo ormai al così fan tutti
Che meravigliosi enti sono le Province. Straordinari al di là della più fervida immaginazione istituzionale. Fucina inesauribile di (buona) politica e (ottimi) politici. Somigliano alla Rosalia dei Malavoglia. Colei, insomma, che Giovanni Verga definisce non essere ancora “né carne, né pesce”. La determinazione che non determina ma confonde. Che spariglia il gioco perché si possa continuare comunque a giocare. Taranto non si sottrae a questo schema. Anzi. Lo replica all’ennesima potenza. Lo amplifica oltremisura. In Provincia, per esempio, esiste un’opposizione che si contrappone ad una maggioranza? Un controllo preventivo sull’operato dei governanti attuali? Regole, queste, che fungono da precondizione perché un sistema politico possa definirsi incardinato alle regole democratiche. Alla normale – e fisiologica – dialettica tra diversi. Sembrerebbe proprio di no considerate le deleghe fuori giunta che il presidente-sindaco Melucci dispensa urbi et orbi.
L’ultima, in ordine di tempo, di delega elargita s’intende, riguarda il consigliere di Forza Italia: Raffaele Gentile. Dovrà occuparsi, udite udite, di Piani strategici territoriali dai banchi dell’opposizione. Siamo al cosi fan tutti. Al tutti assieme appassionatamente. All’intero che supera, non riconoscendole, le parti in campo. Non c’entrano i governi di salute pubbliche che, in talune circostanze, in particolari frangenti storici, hanno avuto e continuano ad avere una specifica – e nobile – funzione. Qui si è al cospetto di altro. Alla bulimia degli incarichi da distribuire. Al potere da dosare perché possa conservarsi il potere. All’indistinto furbo e farsesco. Alla (finta) guerra dei mondi che ci crede tutti un po’ tondi.
