venerdì 18 Ottobre 24

Liviano presidente della Fondazione di Comunità? Diavolo di un Pd

Si parla di un incarico nuovo di zecca per il capogruppo del Pd nel Consiglo comunale di Taranto. Di una nomina che scaturirebbe da un articolo della recente Legge di Bilancio pugliese. Una promozione da 200 mila euro all’anno

Si dice che il minimo battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo. Lo si dice per spiegare gli effetti della globalizzazione. Le sue storture interconnesse. I suoi alibi di cartapesta. Anche l’approvazione della Legge di Bilancio a Bari, la finanziaria della Regione per intenderci, può determinare effetti a Taranto. Non uragani, per carità. Meri (ri)posizionamenti politici in seno al Consiglio comunale, quelli sì. E non dall’altra parte del mondo, ma ad appena 80 chilometri di distanza. Galeotto fu, a tal proposito, un emendamento presentato dai consiglieri Di Gregorio, Mazzarano e Pentassuglia durante la discussione in Aula l’altro ieri. Tutti e tre del Pd. Cosa prevedeva l’emendamento in questione tramutato, poi, nell’articolo 57 della Legge di Bilancio? L’istituzione di una Fondazione di Comunità nel tarantino. Una struttura in grado di occuparsi di volontariato e fasce deboli della società. Alla testa del nuovo organismo amministrativo verrà nominato un presidente, un reggente, per un costo di 200 mila euro all’anno. Chi sarà il fortunato? Il prescelto? Il nome sul quale si starebbe ragionando è quello di Gianni Liviano. Anch’egli del Pd. Elementare Watson. Attuale capogruppo del partito nel Consiglio comunale di Taranto. Tutto finito? Tutto risolto? Tutto sistemato? Macché. I due incarichi sono incompatibili. Se Liviano dovesse accettare, non potrà fare altro che rassegnare le dimissioni da consigliere. E chi siederebbe al suo posto nella massima assise cittadina? Emanuele Di Todaro, il primo dei non eletti. Nome gradito a Melucci. Profilo più rassicurante per i non più granitici equilibri politici a Palazzo di Città. Diavolo di un Pd. Non ha una visione. Non ha un progetto di società. Perde voti ad ogni elezioni. Ha litigato a morte con la sinistra, da Berlinguer in poi. Ma ciò che gli sta a cuore sa come portarselo a casa. Senza molti fronzoli. Altro che minimo battito d’ali di una farfalla.

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