Il vecchio presidente della partecipata è anche il nuovo. Non si differenzia, non si ricicla dalle parti dell’Amiu, nonostante le percentuali da prefisso telefonico. Si punta sull’usato (in)sicuro
Cambia poco dalle parti di Kyma Ambiente/Amiu. Quasi niente. Lo zero virgola qualcosa o giù di lì. Il sindaco Melucci non ricicla. Non differenzia. Non innova. Conserva e conferma, invece, nel ruolo di presidente della partecipata Giampiero Mancarelli. Ci sembra giusto, giustissimo, considerato come ha ben operato in tutto questo arco di tempo l’avvocato originario di San Marzano. E’ sufficiente farsi un giro per la città, centro o periferie fa lo stesso, per apprezzarne pulizia e decoro urbano. Igiene e cura dei particolari. Una sorta di maniacale ricerca dello splendido splendente, cantato da Donatella Rettore negli scorsi anni.
Non parliamo poi della solidità finanziaria dell’azienda, dei buoni rapporti sindacali, delle politiche attive per il lavoro poste in essere dal nuovo presidente di Amiu che succede a se stesso. Un fulgido e adamantino esempio di buona prassi amministrativa da esportare – se fosse possibile – in giro per l’Italia tanto è il successo che ha riscosso. Gli altri due nominativi promossi nel CdA sono: Lorena Spinali, già candidata alle scorse amministrative con la lista “Con”; e Nicola Infesta. Quest’ultimo in quota ai “Centristi per Taranto”, raggruppamento politico rappresentato nella massima assise cittadina dal consigliere comunale Salvatore Brisci. Uno dei 17 firmatari che, nella scorsa legislatura, appose la firma dinanzi ad un notaio per decretare la fine anticipata del primo governo Melucci.
Bene così. Comandano i numeri, il progetto non esiste più. Sacrificato sull’altare di un potere divenuto esercizio privatistico. Trattenuto per sé e il proprio cerchio magico. Raccolto ma non differenziato.