“Non c’è interesse da parte nostra nello scendere in campo al fianco di organismi politici che non hanno compreso che serve urgentemente tornare al voto, senza paura, piuttosto che sopravvivere. In questo senso non ci spaventano affatto scelte differenti rispetto a quelle attuali e coerentemente rimarremo su queste posizioni”
“É piuttosto difficile spiegare ai cittadini che la politica sia una faccenda di comodo di cui occuparsi puntualmente all’arrivo di una nuova tornata elettorale. Non ci affascina proseguire nel dare un’ immagine di questo tipo al nostro elettorato, considerato che gran parte delle persone che hanno scelto CON la prima volta alle scorse amministrative non vivono di politica, hanno una professione, continuano le loro vite tra la gente.” Lo afferma in una nota l’esponente di CON Taranto, Francesco Andrea Falcone.
“L’esperienza politica di questi anni, nella amministrazione della città, non è stata edificante, soprattutto per quanti si sono spesi per raggiungere un risultato elettorale di rispetto, partendo da zero. In tanti credono di poter dettare le regole di vita della comunità tarantina pur provenendo da altri comuni dalla provincia e quindi non vivendo, se non di riflesso, le frustrazioni dei cittadini. In questo senso è alquanto ridicolo poi appellarsi a questioni di campanile contro il presunto controllo barese sulla città. – Sottolinea – Esiste uno scollamento troppo marcato rispetto alle condizioni sociali e di vita dei cittadini e non è sufficiente decidere per trasformare quelle decisioni in progresso, per queste ragioni i risultati politici non arrivano.
Contro la crisi demografica ed economica di Taranto, in pochi anni quasi 40 mila cittadini in meno ed un numero di pensionati superiore alla popolazione attiva, non bastano purtroppo le buone e meritevoli intenzioni. Nulla da dire su questo. Ma siamo di fronte ad uno scenario così compromesso, che servirebbe veramente ripensare il rapporto tra amministrazione locale e filiera nazionale. Sicuramente non con i metodi a cui abbiamo assistito in questi mesi: con le creazioni di maggioranze di comodo, la ribalta concessa a candidati politici non premiati dalla città e così via. Si tratta di sopravvivenza interna alle dinamiche consiliari, ma nulla più.
Non ci accomuna niente, quindi, rispetto a questi processi, a quella idea di governo del territorio e non c’è alcun interesse nel proseguire in nessuna forma di alleanza con chiunque non scelga prima di ogni cosa di consentire una ripartenza per la città con persone diverse e idee diverse. – Prosegue la nota – Non c’è interesse da parte nostra tantomeno nello scendere in campo al fianco di organismi politici che non hanno compreso che serve urgentemente tornare al voto, senza paura, piuttosto che sopravvivere. In questo senso non ci spaventano affatto scelte differenti rispetto a quelle attuali e coerentemente rimarremo su queste posizioni.
Per quanto mi riguarda, personalmente ed anche probabilmente in direzione opposta rispetto al pensiero di alcuni nostri alleati o riferimenti politici, condivido pienamente l’apposizione di un limite di mandati in qualsiasi competizione elettorale; un limite impegna le organizzazioni politiche a trovare un ricambio generazionale, restituendo a queste la responsabilità di educare alla amministrazione pubblica i propri iscritti. – Afferma l’esponente di CON Taranto – Non sono favorevole alla idea che gli amministratori locali procedano in un percorso di costituzione di liste che rappresenti le loro comunità perché questo genera una competizione sbagliata tra territori e non equilibrata rispetto al peso amministrativo che i sindaci, per esempio, possono esercitare sul loro elettorato diretto, guardando ai risultati di quelle che sono le conseguenze di una fallimentare riforma delle Province italiane.
C’è spazio per tutti i sindaci interessati a candidarsi, all’interno dei propri organismi politici di provenienza. E credo che, se al civismo non si associ un’idea di governo del territorio, di sostegno alle positività delle comunità locali e delle loro piccole economie che vanno salvaguardate e tenute assieme, i processi di globalizzazione continueranno a produrre la scomparsa della piccola impresa, la chiusura del commercio di vicinato, fenomeni di gentrificazione che incidono gravemente sullo spopolamento dei centri storici nelle nostre città.
Non abbiamo interesse a coltivare una politica di comodo e di sopravvivenza. – Conclude Falcone – Non serve neanche agli attuali attori della politica cittadina e provinciale. Azzerare, per ricostruire insieme, è la nostra idea per ricominciare perché le sfide da affrontare sono troppo complesse in queste condizioni.”