domenica 7 Luglio 24

Senza l’utilizzo dallo Iacovone, il Taranto potrebbe non iscriversi al prossimo campionato

Il sodalizio del presidente Giove starebbe maturando una clamorosa decisione. Non c’entra il nuovo stadio, non c’entrano i canoni di concessione dell’impianto ubicato nel rione Salinella. C’entrano, invece, i Giochi del Mediterraneo. La gestione degli stessi. I fallimenti amministrativi di Melucci, sempre più copiosi, che si tramutano in rancori politicizzati. Attenti, il pallone potrebbe sgonfiarsi del tutto

Niente stadio, niente più calcio nella città dei due mari. La decisione clamorosa potrebbe essere ufficializzata dal sodalizio del presidente Giove nelle prossime ore. Nell’ambito di una conferenza stampa da convocare per lunedì prossimo, martedì tutt’al più. E il Taranto ad avvisare il sindaco Melucci, non il contrario, in questa querelle a distanza che sa poco di sport, pochissimo, e molto di rancori, capricci adolescenziali, gelosie politicizzate. Senza la disponibilità dello Iacovone, l’iscrizione al prossimo campionato di Lega Pro è a rischio. E, senza iscrizione, senza gli adempimenti burocratici da formalizzare entro il 15 giugno, il sodalizio rossoblù verrebbe radiato. Con il pallone a strisce rosse e blu costretto a rotolare, ancora una volta sgonfio, su campetti polverosi confinati in culo al mondo. Non sarebbe la prima volta, purtroppo. Ripartire dalla Promozione o dall’Eccellenza, a quel punto, dal dilettantismo che diviene tutt’uno con altri dilettantismi locali, tutti molto imperanti, sarebbe un’opzione possibile soltanto mediante l’utilizzo dell’ex lodo Petrucci. Una brutta storia nella quale, ripetiamo, lo sport c’entra quasi niente. Così come c’entra quasi niente la costruzione del nuovo stadio (chi non vorrebbe uno Iacovone moderno, un impianto di stampo europeo?) e il pagamento dei canoni di concessione per i quali la società sta provvedendo con bonifici a saldo delle somme dovute. C’entrano invece i Giochi del Mediterraneo, la gestione politico-amministrativa del più importante evento della storia contemporanea di Taranto. C’entra il commissariamento degli stessi che ha indispettito Melucci, certificato la sua inadeguatezza a sedere sullo scranno più alto di Palazzo di Città, e aperto un solco profondo nella scaramucce tra gli opposti schieramenti di destra e di sinistra. C’entra il fallimento della politica, dei suoi attori insulsi, umorali come certe giornate di marzo, nel possibile nuovo fallimento del pallone che fu calciato, scaraventato in rete da Erasmo Iacovone e Franco Selvaggi, da Pietro Maiellaro e Totò De Vitis. Dubbio costante, decisione rapida. Il gioco del calcio, e i destini di un popolo, finiscono spesso con il fare la spola  tra questi due concetti. Leggere Osvaldo Soriano qualora si avessero dubbi sul tema. Ma Melucci non può saperlo. Lui preferisce il basket al calcio. Chissà poi se hai mai letto il grande periodista argentino.

 

 

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