giovedì 13 Marzo 25

Soprintendenza, Giorno: “Le scelte del Governo ignorano il territorio”

“Di Taranto non si parla quasi più, nessun piano nazionale che vada oltre Ilva, nessuna attenzione politica, nessuna visione, progetto o fondi per dare un barlume di speranza a un territorio che ormai sembra abbandonato dalla politica”

“Ancora una volta siamo costretti a tornare sul tema del rapporto tra il centro destra, i suoi eletti in parlamento e Taranto. Questa volta, come discutiamo da ormai diverse settimane, il tema è la Soprintendenza”, dichiara l’esponente del Partito Democratico, Mattia Giorno.

“Da quanto possiamo apprendere, la partita sembra quasi chiusa con il Ministero della Cultura che avrebbe deciso di mantenere a Taranto la sede nazionale della soprintendenza per il patrimonio culturale subacqueo ma con competenze oltre le 12 miglia, ignorando cioè tutti i reperti sui quali l’ufficio stava lavorando e anche le autorizzazioni degli interventi a mare come potrebbe verificarsi, ad esempio, per casi di eolico off-shore sotto costa; tutte le competenze entro le 12 miglia e ordinarie di archeologia, belle arti e paesaggio andrebbero invece a Lecce, togliendo così autonomia a Taranto, che ci accontenterebbe mantenendo solo un ufficio territoriale qui”, aggiunge.

Evidentemente il Governo Meloni ha deciso di svuotare Taranto rendendola una terra marginale. “Addio nave Garibaldi, addio soprintendenza a pieni poteri, addio Zes unica, addio CIS, addio fondi per la statale100, addio gestione delle vertenze industriali. Tutto ciò nello scandaloso silenzio dei nostri parlamentari di destra che i tarantini hanno mandato inconsciamente a Roma, ignorando la voce e gli allarmi di territorio e Regione”.

“Di Taranto non si parla quasi più, nessun piano nazionale che vada oltre Ilva, nessuna attenzione politica, nessuna visione, progetto o fondi per dare un barlume di speranza a un territorio che ormai sembra abbandonato dalla politica nazionale e in balia del mare in tempesta nella politica locale. E tutto con forte accentramento romano, in barba a ogni millantata opportunità dell’autonomia differenziata che evidentemente non vale per il sud ma solo per il nord, a danno del sud stesso”, conclude Giorno.

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