venerdì 18 Ottobre 24

Tumore al colon-retto, in Puglia si potrà prevenire con un esame del sangue

Approvato all’unanimità dal Consiglio regionale il progetto di ricerca “Colon al sicuro”, che permette una diagnosi precoce di una delle neoplasie più mortali e subdole degli ultimi tempi

“L’obiettivo è poter avere al più presto la diagnosi tempestiva di tumore al colon attraverso un esame del sangue. È questo il progetto di ricerca approvato oggi dal Consiglio regionale all’unanimità, sulla base di una nostra proposta di legge. Dobbiamo prevenire con tutto ciò che possiamo gli effetti mortali di un questo killer. E per farlo è opportuno sperimentare l’efficacia di un test di primo livello più immediato e specifico, come quello attraverso un prelievo di sangue, superando quello più complicato e aspecifico del sangue occulto nelle feci, nella speranza di poterlo combinare nella pratica clinica ad altro test attraverso l’esame del respiro, sempre finanziato dalla Regione e in attesa di essere testato. È questa la politica che vale.”

Lo dichiarano il consigliere e commissario regionale di Azione, Fabiano Amati, i consiglieri regionali Sergio Clemente, Ruggiero Mennea, capogruppo. 

“Ringraziamo tutti i colleghi consiglieri per il voto all’unanimità. La nostra gratitudine per il prezioso suggerimento va inoltre ad Alessandro Azzarone e Marcello Chieppa, rispettivamente direttore dell’endoscopia digestiva del Di Venere e docente di Patologia generale all’Università del Salento. La proposta di legge, detto in parole semplici, serve a sperimentare la possibilità di poter diagnosticare il tumore al colon-retto attraverso un semplice prelievo di sangue, così da individuare e validare un pannello di biomarcatori associati alla presenza di lesioni pre-cancerose o cancerose nel colon”.

“Il progetto di ricerca- proseguono i consiglieri regionali -quindi, potrebbe rilevarsi idoneo a determinare, ove concluso con successo e secondo tutte le regole della sperimentazione, anche la sostituzione del test di primo livello sul sangue occulto nelle feci (SOF), così da assicurare una maggiore precisione nell’eleggibilità al più complesso approfondimento diagnostico a mezzo di colonscopia. Il test SOF, infatti, ha caratteristiche aspecifiche, ben potendo registrare un esito positivo causato da motivazioni benigne e quindi diverse dalle lesioni cancerose. Nel dettaglio. Il progetto di ricerca, chiamato “Colon al sicuro” propone la valutazione del profilo metabolomico e lipidomico ottenuto dal siero dei pazienti risultati positivi al test SOF ed eleggibili per lo screening endoscopico, nonché la valutazione dei fattori di stili di vita che possono determinare un aumentato rischio di sviluppare una neoplasia colonrettale”.

Prima dell’esame, personale specializzato registrerà peso, altezza, circonferenza e forza del muscolo dell’avambraccio; verranno in seguito somministrati alcuni questionari validati per valutare lo stile di vita del paziente per quanto riguarda le abitudini alimentari, il livello di attività fisica e l’abitudine al fumo.

Durante la preparazione del paziente per l’esame endoscopico, un campione di siero pari a 2 ml verrà prelevato e conservato a -20°C in una biobanca dedicata. Gruppi di circa 200 campioni alla volta verranno spediti presso i laboratori specializzati per essere analizzati con analisi multi-omiche (metabolomica e lipidomica).

I risultati delle analisi-omiche verranno analizzati in forma semi-anonima (codice alfanumerico) e confrontati con i risultati oggettivi ottenuti dall’analisi endoscopica per individuare eventuali correlazioni tra i profili -omici e fattori di stile di vita dei pazienti con la presenza di lesioni pre-cancerose.

Le modalità esecutive dello screening del CCR in Puglia prevedono l’invio di un invito a recarsi alla farmacia territoriale di riferimento territoriale per ritirare il kit per l’esecuzione della ricerca del SOF e quindi riconsegnare alla stessa farmacia la provetta adeguatamente utilizzata. Il soggetto SOF è successivamente contattato telefonicamente ed invitato ad eseguire, se idoneo, la colonscopia come esame di approfondimento di II livello con l’obiettivo di evidenziare l’eventuale presenza di polipi o lesioni tumorali nell’intestino e rendere possibile la prevenzione e/o una più efficace e tempestiva la cura.

“Una sanità può essere definita davvero avanzata – ha commentato il consigliere regionale di Italia Viva, Massimiliano Stellato, co-firmatario della proposta di legge – quando la prevenzione arriva prima della cura e può dirsi matura quando investe nella ricerca”.

La durata prevista del progetto è di 2 anni, arruolando una coorte di pazienti di circa 2000 unità e comunque non meno di 1600 unità, per ottenere una giusta significatività dei risultati, con un costo di soli 396mila euro.

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