“Questo significherebbe lo sviluppo di nuovi corsi di Laurea in Ingegneria Metallurgica o Ingegneria Energetica o Ingegneria Navale con un arsenale alle spalle e con una cantieristica da sviluppare”
“Chiunque vinca le elezioni ha una sfida da cogliere davanti a sé per rilanciare Taranto e la sua economia. Taranto va ripensata, ma partendo da quello che è il suo punto di forza, la sua tradizione metalmeccanica. Ripensare Taranto perché Taranto non si consegni all’ordinario. All’avanzata miope. Ripensare Taranto perché il suo futuro si tratteggi con colori diversi. E traguardi obiettivi ambiziosi.” Così in una nota gli esponenti di Aigi Taranto.
“Aigi è fermamente convinta che il rilancio economico di Taranto passa necessariamente dal giusto contemperamento della nostra tradizione ed orgoglio metalmeccanico, con il rilancio e la valorizzazione di quelle che sono le potenzialità offerte dal mare, per la blu economy e dalla bellezza del suo centro storico per il turismo.
Per far questo è necessario accendere il motore che è ormai spento da tempo, cominciando da un’offerta universitaria d’eccellenza, dedita alla ricerca e all’innovazione. Alla sperimentazione che faccia leva sulle straordinarie possibilità offerte, per esempio, dall’Intelligenza Artificiale e dalle nanotecnologie. – Sottolineano – Ripensare Taranto, però, significa anche valorizzarne gli spazi; popolarne i luoghi. Dare nuove destinazioni d’uso agli edifici da troppi anni abbandonati e ubicati non soltanto in periferie, ma finanche nel centro cittadino. Riconnettere il centro storico all’energia giovanilistica. Dotarlo, insomma, di un’identità che non sia semplicemente declamata e mai compiutamente acquisita.
E, a tal proposito, come Aigi proponiamo che il Politecnico di Taranto si possa ubicare a Palazzo Archita, nel Centro Umbertino, sviluppando nuovi corsi di Laurea in Ingegneria Metallurgica, con forte partenariato con Acciaieria o Ingegneria Energetica con Eni a due passi o Ingegneria Navale con un arsenale alle spalle e con una cantieristica da sviluppare. Magari facendo nascere, accanto allo stesso, anche una facoltà di Architettura nella città che, in un passato recente, pensava di ospitare la Biennale del Mediterraneo. Portare l’Università nel cuore di Taranto avrebbe, altresì, un effetto moltiplicatore. – Prosegue la nota – In zona potrebbe nascere uno studentato universitario in grado di rivitalizzare il precario mercato immobiliare locale. Far fioccare iniziative diverse, all’insegna della cultura e della trasmissione del sapere.
Nella città di Archita, di colui che secondo la storia fu, tra le altre cose, il primo ingegnere metalmeccanico dell’umanità, tutto si terrebbe alla fine. Unire la conoscenza universitaria con il lavoro, la formazione con la produzione, porterebbe a sintesi ciò che, nella seconda metà del secolo scorso, mutuando l’esempio nipponico dei Tecnopoli, si volle tentare, non riuscendoci, di replicare anche in Italia.
Per ripensare Taranto non serve piangersi addosso, aspettare che ci sia qualcuno sempre pronto a risolvere i problemi, affidarsi al fato. – Concludono gli esponenti di Aigi – Serve una classe dirigenti che coltivi l’amore per il sogno. E la competenza delle nuove conquiste. Nella città che fu di Archita, ripetiamo, a Palazzo Archita, relegato a lavori di ristrutturazione che durano da anni, senza che si veda mai la fine, portare il Politecnico sarebbe una gran bella cosa. Proviamoci tutti assieme.”