martedì 7 Gennaio 25

Call center, Usb annuncia lo sciopero per il 10 gennaio

Marchese: “Il nuovo contratto ‘pirata’ di settore taglia salario e diritti ai lavoratori. Serve riformare il sistema degli appalti”

“Seimila in tutta Italia, di cui la stragrande maggioranza in Puglia, 5mila circa, e 600 solo a Taranto: questi i numeri dei lavoratori che rischiano di perdere le già risicate tutele nel mondo dei call center.
Alla base dello sciopero del prossimo 10 Gennaio 2025, con manifestazione nella città di Taranto, la decisione di Assocontact, associazione di rappresentanza di una parte minoritaria dei call center, di smettere di adottare il contratto collettivo nazionale delle Telecomunicazioni e applicare un nuovo contratto di lavoro scritto esclusivamente su misura dei propri interessi, e controfirmato da un’organizzazione sindacale priva di qualunque rappresentatività tra i lavoratori del settore che, con grande evidenza, dà alle aziende più ampi margini di profitto. Ovviamente ciò determina condizioni decisamente peggiorative per i dipendenti. Una simile scelta porterà inevitabilmente ad irrobustire le sacche di precariato, laddove già i lavoratori sono alle prese con  part-time involontari e bassi salari.” Lo afferma in una nota Francesco Marchese dell’Esecutivo Usb Lavoro Privato.
“Le aziende così scelgono di accelerare sulla competitività sfrenata, fondata sulle gare al massimo ribasso e sul dumping contrattuale, mettendo irrimediabilmente a repentaglio diritti, tutele e salario. Torneremo ancora una volta a sollecitare, come abbiamo fatto già diverse volte in passato, sia il  Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che quello delle Imprese e del Made in Italy, affinché  convochino finalmente un tavolo di crisi dei call center con il quale mettere in campo i necessari interventi legislativi di riforma. – Sottolinea l’esponente sindacale – La ventennale crisi dei call center dipende dal sistema degli appalti, dalle gare al massimo ribasso e dalla competizione sul costo del lavoro che da esse deriva: la soluzione non è il dumping contrattuale che Assocontact vuole mettere in pratica, ma lo smantellamento di quel sistema e l’adozione di una nuova legislazione sul lavoro e sugli appalti.
Sull’argomento, abbiamo avuto modo nei giorni scorsi di incontrare il senatore Mario Turco, vice presidente del Movimento 5 stelle, con il quale abbiamo condiviso non solo le ragioni della   contrarietà al progetto di Assocontact ma anche la necessità di urgenti misure di riforma e correzione dell’ordinamento per affrontare la crisi in atto.  – Prosegue la nota – Il Senatore Turco ha annunciato un’interrogazione parlamentare da presentare nelle Commissioni competenti, alla ripresa dei lavori, ed una richiesta di audizione delle organizzazione sindacali.
Come Usb, abbiamo inoltre ritenuto necessario informare la Regione Puglia, in particolare il presidente Emiliano, l’assessore Leo ed il presidente della task force per l’occupazione, Caroli, sulle ricadute che questa scelta determinerebbe sulle condizioni di lavoro e di vita di migliaia di lavoratori e lavoratrici pugliesi. – Conclude Marchese – Da loro ci aspettiamo la convocazione tempestiva di un incontro focalizzato sul tema con tutte le organizzazioni sindacali”.

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