Il segretario nazionale del Sappe scrive a Papa Francesco e al presidente Mattarella. “Le parole dignità e umanità riacquistino il loro vero significato”
Il sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe) torna a sollevare gravi preoccupazioni sulla situazione critica di sovraffollamento e delle condizioni disumane in cui versano i detenuti nel carcere di Taranto.
“Un carcere nato per 320 detenuti con un organico di 270 poliziotti, siamo arrivati ad oltre 900 detenuti, mentre i poliziotti sono aumentati di pochissime unità”. Lo afferma in una nota Federico Pilagatti, segretario nazionale Sappe, sottolineando come la situazione nella casa circondariale tarantina sia il risultato di una gestione inefficiente e di decisioni discutibili da parte del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap).
Per l’esponente del Sappe l’organico di polizia penitenziaria a Taranto è rimasto quasi invariato, nonostante il significativo aumento del numero di detenuti, evidenziando che la mancanza di risorse abbia portato alla carenza di materassi e letti, costringendo i carcerati a delle condizioni di vita sempre più precarie. “Ormai non hanno nemmeno lo sgabello per sedersi, per cui sono costretti a mangiare in piedi in stanze dove si deve stare immobili poiché non c’è più posto, peraltro in ambienti fatiscenti dal punto di vista igienico-sanitario”.
Il sindacato ha sottolineato la mancata realizzazione dei lavori previsti per migliorare le condizioni abitative. “Proprio a Taranto – afferma Pilagatti – erano previsti dei lavori urgentissimi ai padiglioni A e B per fare il ‘cappotto’ esterno e per sostituire le finestre da cui entra vento ed acqua nelle stanze dei detenuti che giustamente protestano poiché è una situazione invivibile, per cui era previsto uno sfollamento”.
Il segretario nazionale del Sappe ha poi evidenziato la disuguaglianza nella gestione delle carceri a livello nazionale, chiedendo l’intervento delle autorità preposte affinchè intervengano per risolvere la situazione e per garantire l’umanità nella pena e la dignità. Inoltre, il sindacato ha espresso le proprie preoccupazioni per le condizioni lavorative dei poliziotti penitenziari, che sono costretti a turni di lavoro massacranti, reclamando una maggiore attenzione per poter migliorare le condizioni dei detenuti e del personale di polizia.
“Chiedo al Santo Padre ed al presidente della Repubblica – conclude Pilagatti – che le parole dignità e umanità riacquistino il loro vero significato per offrire ai ristretti condizioni di detenzione migliori nonché un cammino di rieducazione e ritorno nella società”.