mercoledì 12 Marzo 25

COSE IMMOBILI

Povertà abitativa e disagio sociale dei minori, il nesso che inchioda le città del Mezzogiorno. In Puglia preoccupa il caso di Foggia. Per quanto riguarda Taranto, il 26,3% degli edifici versa in uno stato di conservazione mediocre o pessima

Esiste un nesso tra povertà abitativa e disagio sociale della popolazione giovanile. Soprattutto nelle città del Mezzogiorno. A dicembre scorso, i dati Istat pubblicati nell’ambito del rapporto del gruppo Crc (il gruppo di lavoro per la convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza) hanno fatto emergere un quadro piuttosto nitido. Nel 2023 in Italia il 16,2% dei minori viveva in abitazioni con problemi strutturali o di umidità; mentre per oltre il 40% è stata riportata una situazione di sovraffollamento abitativo. Un’incidenza in calo rispetto a quanto emerso nel precedente rapporto (61%), ma che comunque cela differenze abbastanza marcate tra i territori.

Tendenzialmente, un territorio con molte famiglie in difficoltà economica è anche un territorio dove la condizione degli edifici residenziali risulta peggiore. In media, sulla scorta di quanto rilevato nell’ultimo censimento generale, la quota di edifici residenziali in stato di conservazione mediocre o pessimo si attestava sul 22%. Mentre la quota di famiglie in potenziale disagio era pari al 2,7%. Per quanto riguarda quest’ultimo indicatore, la stima del disagio economico è rilevata calcolando la percentuale di famiglie con figli in cui la persona di riferimento ha fino a 64 anni e dove nessun componente è occupato o in pensione.

Caratteristiche che molto probabilmente indicano una situazione di forte disagio. I dati raccolti (fonte Openpolis, ndr) hanno fatto emergere una forte relazione territoriale tra i due fenomeni: sono infatti le province del sud e delle isole quelle caratterizzate dalla maggiore incidenza sia delle famiglie con figli in potenziale disagio, sia degli edifici in cattive condizioni. In media in Italia il 16,2% dei minori vive in case con problemi strutturali o di umidità, una quota che supera il 20% in Umbria, Sardegna, Emilia-Romagna, Lazio e Friuli Venezia Giulia. Ancora più diffuso è il fenomeno del sovraffollamento, riguardante oltre il 45% dei minori in Valle d’Aosta, Piemonte, Lazio, Lombardia e Puglia.

Foggia, Cosenza, Reggio Calabria, Messina, Salerno, Catania e Napoli sono le città italiane, tutte localizzate a Sud, dove il rapporto tra edifici in pessime condizioni e l’evidenza del disagio giovanile supera in termini percentuali il 50% delle abitazioni censite. Focalizzando l’attenzione sulle realtà pugliesi, Brindisi (32%), Lecce (31%), Taranto (26,3%) e Bari (24,7%) testimoniano una soglia di criticità ancora troppo alta. Di Foggia abbiamo già detto. Dati che segnano un’emergenza che sarebbe buona cosa non trascurare.

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