“Il rischio rispetto all’azione da svolgere su un territorio delicato come Taranto è anche quello di non terminare l’iter o addirittura lasciare che figure di alta specializzazione non possano più trovare gratificante lavorare su un territorio che non investe in monitoraggio e ricerca”
Incontro chiarificatore e produttivo ieri quello tra il direttore di Arpa Puglia, Vito Bruno e Mimmo Sardelli e Giovanni D’Arcangelo, rispettivamente segretario generale della Fp Cgil Taranto e segretario generale della Cgil ionica.
Nei giorni scorsi la Cgil, infatti, aveva chiesto audizione a seguito dell’allarme di un possibile depotenziamento del Polo Microinquinanti DAP della sede Arpa di Taranto.
“Nessun ridimensionamento” ha confermato Bruno. A comprovare questo intendimento ci sarebbero anche gli importanti lavori di ristrutturazione della sede tarantina conclusi a fine 2020, ma anche l’avvio del cosiddetto ‘Piano Taranto’ con degli investimenti sul reclutamento di personale altamente specializzato. Un percorso, però, che secondo il sindacato ha subito una brusca frenata, in considerazione delle ridotte risorse allocate per l’anno 2024 a favore di Arpa Puglia.
“Possiamo affermare che questa preoccupazione è condivisa anche dai vertici Arpa – sottolinea Giovanni D’Arcangelo – perché malgrado il Piano Taranto prevedesse l’utilizzo di un massimo di 4 milioni di euro annui sul territorio area SIN tarantina, le recenti decisioni di bilancio della Regione Puglia ne confermano soltanto poco più della metà.”
“Due milioni e mezzo sarebbe l’attribuzione per l’annualità 2024 a fronte dei 3 milioni dell’anno precedente e dei 4 milioni dell’anno precedente ancora. Va da sé che con le risorse che si assottigliano è difficile portare avanti il piano assunzionale previsto, ma anche stabilizzare quella parte di personale precario in attesa di stabilizzazione – afferma Mimmo Sardelli. Per l’intero Piano Taranto erano previste infatti ben 146 nuove assunzioni.
Attualmente ne contiamo poco meno di 70 unità e la mancanza di finanziamenti certi – continua il segretario della Fp Cgil – rischia di interrompere il potenziamento dell’Arpa di Taranto.”
“Il rischio rispetto all’azione da svolgere su un territorio delicato come Taranto – rimarca D’Arcangelo – è anche quello di non terminare l’iter o addirittura lasciare che figure di alta specializzazione non possano più trovare gratificante lavorare su un territorio che non investe in monitoraggio e ricerca.”
“Aumentare il plafond per Taranto è l’invito che facciamo, come FP CGIL e CGIL Taranto, al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e all’assessore regionale con delega all’ambiente, Serena Triggiani.” Concludono Sardelli e D’Arcangelo.