domenica 9 Marzo 25

Dissalatore Taranto, Aqp: “Un’opera ecosostenibile per la sicurezza idrica”

La risposta di Acquedotto Pugliese alle critiche: “Progetto conforme ai criteri Ue e in linea con le raccomandazioni scientifiche”

Il dissalatore che sorgerà a Taranto è un’opera pienamente ecosostenibile, conforme agli stringenti criteri della Tassonomia Ue e parte di una strategia integrata per garantire la sicurezza idrica della Puglia. È quanto emerge dalla replica di Acquedotto Pugliese in merito all’articolo pubblicato su CosmoPolis.

L’impianto, contrariamente a quanto riportato in precedenza, non ha ricevuto pareri negativi dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). Anzi, proprio lo studio “Siccità, scarsità e crisi idriche” citato dai detrattori, include la desalinizzazione tra le soluzioni raccomandate contro le emergenze idriche.

“La desalinizzazione delle acque marine e salmastre costituisce un’importante alternativa in grado di offrire un’acqua di alta qualità e indipendente dal regime meteo-climatico”, si legge nell’introduzione del capitolo 10 del rapporto Cnr, dedicato alle risorse idriche non convenzionali. Il documento cita esplicitamente i progetti di dissalazione previsti in Puglia come risposta al “progressivo depauperamento degli acquiferi costieri” e come strumento per “incrementare la resilienza degli schemi idrici della penisola salentina”.

Un impianto a basso impatto ambientale

Il progetto tarantino, che ha superato tutte le autorizzazioni previste dalla normativa, prevede soluzioni tecniche avanzate per minimizzare l’impatto ambientale. La salamoia prodotta avrà un tenore così basso da risultare “più dolce dell’acqua del mare”, mentre il fabbisogno energetico sarà interamente coperto da fonti rinnovabili.

Aqp sottolinea che non verranno realizzate nuove opere sul fiume Tara, utilizzando invece prese già esistenti, e sarà garantito un deflusso ecologico secondo un metodo validato da Ispra e già applicato in 200 fiumi di 13 regioni italiane.

Strategia integrata per la sicurezza idrica

Il dissalatore rappresenta solo un tassello della strategia complessiva di Aqp, che include massicce azioni di recupero delle perdite e efficientamento delle reti. Grazie a questi interventi, l’azienda riesce già oggi a soddisfare il fabbisogno pugliese prelevando circa 100 milioni di metri cubi d’acqua in meno rispetto al 2009.

Attualmente sono in corso lavori di risanamento su 1.300 chilometri di reti, per un investimento di circa 800 milioni di euro, con interventi che interessano anche la città di Taranto. Contrariamente a quanto spesso riportato, la dispersione idrica in Puglia non è del 50%, ma del 40,7% secondo l’ultimo censimento Istat, un dato inferiore alla media nazionale (42,4%) e nettamente migliore della media del Sud Italia (50,5%). Aqp prevede di ridurre ulteriormente questo valore al 32,7% entro il 2028.

Puglia all’avanguardia nel riuso delle acque

La regione si conferma inoltre leader nazionale nel riutilizzo delle acque reflue. Dal 2009 Aqp adegua i suoi impianti di depurazione per rendere le acque trattate idonee all’uso agricolo. Nel 2024, sei impianti hanno fornito acqua per l’irrigazione, mentre sono 41 i depuratori dotati di stazioni di affinamento, con un potenziale di 60 milioni di metri cubi d’acqua recuperabile.

Entro il 2028, il numero di depuratori adeguati al riuso salirà a 75, oltre un terzo del totale, per una capacità di circa 131 milioni di metri cubi annui.

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