Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uil Trasporti accusano il Comune di Taranto
“Che il progetto “Green Passage” finanziato dalla Regione Puglia non sarebbe potuto essere riforaggiato da risorse regionali il Comune di Taranto lo sa già da due anni. Eppure nulla si è mosso in questi 24 mesi per salvare i 98 lavoratori dell’ex società in house della Provincia “Isola Verde”, che da ieri sono ufficialmente senza occupazione”. Lo affermano i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil, che attraverso le sigle di Filcams, Fisascat e Uil Trasporti, criticando l’amministrazione per la mancanza di decisioni tempestive.
“Il progetto è scaduto – affermano Paola Fresi (Filcams), Luigi Spinzi (Fisascat) e Carmelo Sasso (Uil Trasporti) – e fa impressione il lassismo con cui tutti gli assessori al ramo e presidenti Kyma Servizi (ex Infrataras) transitati in questi anni nei numerosi avvicendamenti al Comune di Taranto, abbiamo affrontato la questione, così drammatica per il futuro di quasi un centinaio di famiglie, procrastinando riunioni, richieste di incontro o sollecitazioni giunte proprio dal mondo della rappresentanza sindacale”.
Il futuro per i tarantini ormai sembra tutto fuorché roseo, e tra i sindacati si percepisce un forte malcontento. “Leggiamo sulla stampa che si sta lavorando, a progetto scaduto, ad una possibile soluzione che ancora una volta evoca ipotesi tampone, come se non fosse già abbastanza lungo ed umiliante tutto quello subito da questi lavoratori dal 2013 in poi. Dieci anni di chiacchiere e di contentini senza dignità e che in molti casi non consentono, neanche oggi, di accedere ad ammortizzatori sociali adeguati”, dichiarano le sigle sindacali.
“Si naviga a vista – concludono i segretari di categoria – mentre tutto l’ente civico continua comodamente a stare seduto su bombe ad orologeria che rischiano di esplodere da un momento all’altro. Dalla vicenda, ormai deflagrata, degli ex Isola Verde, passando per i lavoratori degli appalti comunali (pulizie archivi e uffici comunali – ndr) per cui continua a non esserci nessuna adeguata risposta a garanzia del lavoro”.