martedì 21 Gennaio 25

I treni nella Magna Grecia

Trenitalia decide di cancellare la tratta diretta tra Taranto e Reggio Calabria. Raggiungere il capoluogo calabrese sarà possibile solo da Bari e da Lecce. Chi lo dice adesso all’Atleta di Taranto? E agli Ori (sempre di Taranto)? E ai Bronzi di Riace? La politica locale, come suo solito, dorme. Andiamo sempre meglio, non c’è che dire

Diventerà un binario morto la tratta Taranto-Reggio Calabria. Una corsa statica. A partire dalle prossime settimane, i treni per il capoluogo calabrese partiranno solo da Lecce e Bari. Non più dalla città che fu di Archita. Fatta fuori, da Nord a Sud, in lungo e in largo, oggi come ieri con il resto del Paese. Trenitalia si magna la Magna Grecia in un solo boccone. Ne ridimensiona la valenza geopolitica, cacciandola in un passato più passato di quello rintracciabile nell’antichità ellenica. Compromette la mobilità ferroviaria lungo la dorsale jonica. Nel silenzio generale, con la politica locale che dorme come suo solito, insulsa, si consuma questo ulteriore oltraggio verso il maggior centro industrializzato del Mezzogiorno. La città dei veleni; e dei trasporti fermi al Medioevo. Dei paradossi. Delle verità appena abbozzate. Degli entusiasmi che non oltrepassano la soglia della mera declamazione. Taranto e Reggio Calabria meriterebbero una linea ferroviaria diretta (e molto altro ancora). Non fosse altro che per la storia da, entrambe, riproposta. E rivendicata. L’Atleta di Taranto, gli Ori, i Bronzi di Riace a partire dai prossimi giorni saranno più soli. Divisi dalle scelte opinabili compiute dai dirigenti di Trenitalia. Manager a loro agio con i bilanci aziendali. Meno con la cultura e la storia che ci racconta e definisce.

 

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