Melucci riunirà domattina la sua maggioranza. E, sempre nel pomeriggio di domani, incontrerà i giornalisti. Per dire loro cosa? Per azzerare nuovamente la giunta? Per rassegnare dimissioni finte? Le critiche dei circoli Pd, l’intervista dell’onorevole Bonelli, la convocazione di una conferenza stampa da parte del M5S lo hanno infastidito non poco
Riunione fissata alle 8.30 con tutti i rappresentanti della maggioranza. Conferenza stampa, poi, convocata per le 15.00 a Palazzo di Città. Sarà un lunedì di comunicazioni istituzionali – e di possibili nuovi capovolgimenti – quello che aprirà la prossima settimana. Il sindaco di Taranto utilizza la messaggeria social, in una fredda e piovosa domenica di dicembre, per allertare amministratori e referenti politici della sua coalizione. Per precettarli con sole ventiquattro ore di preavviso. Per rovinare loro, insomma, la santa domenica trascorsa in famiglia. Perché tutta questa solerzia? Cosa avrà di cosi importante da dirgli? Sicuramente le prese di posizione dei circoli Pd, rese pubbliche negli ultimi giorni, lo hanno infastidito non poco. Certamente l’intervista dell’onorevole Bonelli lo ha indispettito parecchio. Così come l’incontro che il M5S terrà, sempre nella mattinata di domani, con i giornalisti per tentare di dare una lettura sui nuovi equilibri politici determinatisi al Comune.
Troppi tasselli che mal si coniugano con il suo permaloso immaginario. Troppe critiche sull’operato di un sindaco stanco della propria dimensione pubblica, come egli stesso ha dichiarato nei giorni addietro. Al quale andrebbe detto semplicemente ‘grazie di esistere’, così come recita una vecchia canzone di Gino Paoli. E, invece, questi ingrati, questi signor nessuno si rivoltano contro. Osano criticarlo. Alimentare il contraddittorio neanche fossimo al cospetto di una democrazia.
Domai può accadere di tutto, Melucci ci ha abituato all’impossibile in assenza del possibile. Vorrà azzerare nuovamente la giunta? Far finta di dimettersi per richiamare all’ordine – e al gettone di presenza – la sua riottosa maggioranza? Invocare i pieni poteri alla stregua di un commissario straordinario? Quando i caratteri uccidono i talenti, le novità divengono un consumato cliché. Potere all’immaginazione? No, potere all’improvvisazione.