martedì 2 Luglio 24

Gli in-pensionabili del domani

di Francesca Leoci

Si prospetta un futuro tetro per il sistema previdenziale, con i pochi bambini di oggi che costituiranno una secca massa di lavoratori domani

La società truffatrice odierna sembra seguire uno schema Ponzi per illudere i cittadini, garantendo ogni mese una somma cospicua. Cifra talvolta variabile, dipende dai cittadini stessi. È la condizione cieca dei pensionati italiani, soggiogati da uno stato ammaliatore che promette proventi estorti dalle tasche dei lavoratori. Se i lavoratori vengono a mancare, però, ecco che lo schema crolla.

Con una popolazione sempre più vecchia e un calo delle nascite sempre più evidente, sarà inevitabile un’inversione della piramide. Sempre meno coppie decidono di avere figli. Coloro che lo fanno, non rappresentano di certo l’immagine della famiglia numerosa degli anni ’40.

Oggigiorno acquistare una casa è diventato un lusso con le tasse sui mutui sempre troppo elevate, nonostante gli sporadici cali da poco. È l’epoca dello stipendio che si riduce notevolmente a causa delle imposte. Con il netto che resta in tasca, spese e bollette domestiche non lasciano tregua. Risparmiare per il futuro è un miraggio.

A fine mese, quello che realmente rimane sono spiccioli. Meglio risparmiarli, quegli spiccioli: potrebbero garantire una futura pensione, quando avremo raggiunto la soglia dei 70-80 anni. Ma i conti pensionistici? Si prospetta un futuro tetro per il sistema previdenziale, con i pochi bambini di oggi che costituiranno una secca massa di lavoratori domani. Poche teste che contribuiranno al sistema pensionistico. Ed è subito allarme sui conti Inps.

Chi sosterrà, quindi, i pensionati di domani? Un contesto da bollino rosso, come conferma l’Inps, mostrando il bilancio dell’Istituto che – con questo andazzo – andrà in malora nel giro di circa 10 anni. La situazione patrimoniale dell’Inps passerà da +23 miliardi nel 2023 a -45 miliardi nel 2032.

Roberto Ghiselli, presidente del CIV, mette in guardia anche sul “rischio di una diffusa inadeguatezza dei futuri trattamenti pensionistici” legato alle discontinuità lavorative, ai bassi redditi e all’irregolarità dei rapporti di lavoro che incidono sulla contribuzione versata.

Un orizzonte tutt’altro che roseo, quello per gli anziani di domani. Non pensionati. Non vorremmo usare paroloni troppo affrettati. Visto il futuro incerto.

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