martedì 29 Aprile 25

L’inquinamento nuoce alla salute mentale

di Erasmo Venosi

In Italia la destra negazionista si è ringalluzzita a seguito delle elezione di Trump massimo rappresentante degli interessi delle multinazionali delle fonti fossili. Attraverso il giornale conservatore inglese Telegraph si parla di esperimenti che saranno approvati nelle prossime settimane e riguardano “l’oscuramento del Sole utilizzando anidride solforosa“

Il cambiamento climatico non sta solo trasformando l’ambiente: sta anche avendo un impatto significativo sulla salute mentale. Nel luglio 2023, gli scienziati di Yale hanno pubblicato uno studio sugli effetti psicologici del cambiamento climatico sugli adulti negli Stati Uniti, scoprendo che il sette percento soffriva di disagio psicologico da lieve a grave correlato al clima. Tra i millennial e la Generazione Z, la percentuale scende al dieci percento.

Uno studio globale pubblicato nel 2021 da The Lancet Planetary Health ha rilevato che il 59% degli intervistati di età compresa tra 16 e 25 anni era molto preoccupato o estremamente preoccupato per il cambiamento climatico. Questi giovani disperavano dei tentativi dei loro governi di affrontare la crisi climatica e riferivano di avere la sensazione che le generazioni più anziane avessero tradito la loro generazione e quelle future: la pensava così il 77%  dei giovani brasiliani, così come il 56% dei giovani americani.

In Italia la destra negazionista si è ringalluzzita a seguito delle elezione di Trump massimo rappresentante degli interessi delle multinazionali delle fonti fossili. Attraverso il giornale conservatore inglese Telegraph si parla di esperimenti che saranno approvati nelle prossime settimane e riguardano “l’oscuramento del Sole utilizzando anidride solforosa“. Soluzione rilanciata anche dal tink tank Heritage Foundation che ha elaborato Project 2025 al quale attinge programmaticamente Trump.  

Rappresenta una delle modalità della ingegneria climatica o geoingegneria che ha come obiettivo l’alterazione del sistema climatico terrestre per contrastare il riscaldamento globale. I dati di Copernicus pubblicati a inizio gennaio hanno confermato che l’anno solare 2024 per la prima volta ha sforato la soglia di 1,5°C di aumento rispetto all’era pre-industriale, raggiungendo l’aumento medio record di 1,6°C. È stato l’anno più caldo che l’umanità abbia mai vissuto, così come gli ultimi 10 anni, dal 2015 al 2024, occupano i primi 10 posti degli anni più caldi da quando si monitorano le temperature.

La media globale tuttavia non dice tutto. Alcune aree del pianeta si riscaldano più rapidamente di altre: l’Europa ad esempio lo fa al doppio della velocità della media globale. Anche per il Vecchio Continente il 2024 è stato l’anno più caldo di sempre, con una temperatura media più alta di 1,47°C non rispetto all’era pre-industriale, ma rispetto alla temperatura media del trentennio che va dal 1991 al 2020. Significa che negli ultimi 30 anni l’Europa si è scaldata quasi quanto il resto del pianeta ha fatto negli ultimi due secoli.

Le emissioni globali di gas serra sono più alte che mai. Dopo una breve flessione durante la pandemia , le emissioni sono tornate a crescere, raggiungendo il livello più alto mai registrato, ovvero 57,4 gigatonnellate, nel 2023. Le stime preliminari per il 2024 indicano un ulteriore aumento dell’1%.

Ogni anno l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) monitora le emissioni prodotte dal settore energetico, responsabile di circa i tre quarti dei gas serra che ogni anno vengono rilasciati dalle società umane in atmosfera.

Nel 2023 si sono assestate a 37,4 miliardi di tonnellate (Gt) di CO2. Se le emissioni globali  non iniziano a diminuire rapidamente in questo decennio, l’aumento della temperatura media terrestre dall’era preindustriale raggiungerà probabilmente 1,5 gradi Celsius prima del 2030 e 2,1-3,4 gradi Celsius più avanti. Ondate di calore e siccità diventeranno più frequenti, gli incendi boschivi si diffonderanno ulteriormente e in alcune regioni diventerà più difficile reperire acqua dolce. L’innalzamento del livello del mare inonderà le regioni costiere basse e alcuni piccoli stati insulari, mentre i cicloni tropicali e gli uragani probabilmente si intensificheranno.

Ecco allora la soluzione per continuare a bruciare petrolio, gas e carbone: anidride solforosa iniettata nella stratosfera. Nessuno scienziato serio suggerisce di implementare alcuna strategia di geoingegneria finché non ne sapremo di più sulle possibili conseguenze. Né nessuno ha suggerito di utilizzare la geoingegneria come unica strategia di gestione del clima, aggirando la mitigazione delle emissioni.

La mitigazione è essenziale, anche perché la mancata mitigazione consentirebbe all’anidride carbonica di continuare ad accumularsi nell’atmosfera, con conseguente ulteriore acidificazione degli oceani. L’approccio dell’anidride solforosa come seconda soluzione dopo il sequestro e stoccaggio del carbonio rappresenta una modalità molto controversa e consiste nel prevedere  interventi ingegneristici su vasta scala per riflettere o schermare parzialmente la radiazione solare, impedendo che raggiunga la Terra e raffreddando così il pianeta.

Si parla in questo caso di Solar Radiation Management (SRM) o più semplicemente di geoingegneria solare. Il limite di questo secondo approccio è di agire solo sugli effetti del riscaldamento globale (la temperatura del pianeta), lasciando però inalterate le cause l’accumulo di gas serra in atmosfera. Si otterrebbe  un effetto raffreddante simile a quello causato dalle grandi eruzioni vulcaniche.

Nel 1991, quando le polveri dell’eruzione del Pinatubo oscurarono il cielo, la temperatura media del pianeta scese di quasi 0,5°C e l’effetto raffreddante durò per diversi anni. L’anidride solforosa potrebbe fare altrettanto. L’aerosol sarebbe disperso nella stratosfera usando decine di migliaia di palloni sonda, oppure con  aerei che  libererebbero  ogni anno milioni di tonnellate di solfati.

L’opzione anidride solforosa potrebbe assottigliare lo strato di ozono stratosferico che ci protegge dalle radiazioni ultraviolette, causare piogge acide, alterare il ciclo dell’acqua e mutare in modo imprevedibile le condizioni climatiche regionali, aggravando i periodi di siccità in Africa o perturbando i cicli monsonici in Asia, con conseguenze drammatiche per l’agricoltura e la sicurezza alimentare di due miliardi di persone. Effetti gravi di acidificazione si avrebbero sugli oceani che assorbono CO2, con gravi danni per gli ecosistemi marini e per la sicurezza alimentare di milioni di persone. 

Urge  regolamentare l’ingegneria climatica attraverso trattati internazionali prima che qualcuno ricorra a questa soluzione estrema con una decisione unilaterale. Come ha scritto il New Yorker, «offuscare il Sole per raffreddare la Terra è un’idea disperata, ma siamo vicini a tentare di farlo».

Diversi trattati internazionali vietano l’impiego di tecnologie per modificare le condizioni meteorologiche o climatiche come strumento di guerra ma, come ha avvertito l’IPCC nel 2023, non esiste una governance  per evitare il pericolo di tensioni e conflitti scatenati dal possibile impiego della geoingegneria.

Per valutare i rischi relativi della geoingegneria per il sistema climatico e l’ozono stratosferico, abbiamo bisogno di modelli accoppiati di circolazione generale atmosfera-oceano o di studi di chimica atmosferica che impieghino scenari di geoingegneria realistici . Finora non sono stati pubblicati studi di questo tipo. Non solo lo scenario di geoingegneria deve essere realistico (ovvero, modellato come parte di una strategia combinata di geoingegneria e mitigazione), ma i risultati di tale studio devono essere confrontati con uno scenario realistico senza geoingegneria.

I possibili scenari di confronto presentati nel mio articolo sono la stabilizzazione dell’anidride carbonica atmosferica a 450 parti per milione (ppm) entro il 2100 attraverso la sola mitigazione e, come scenario complementare combinato di mitigazione e geoingegneria, un percorso di concentrazione eccessiva in cui l’anidride carbonica atmosferica raggiunge le 530 ppm prima di scendere nuovamente a 450 ppm, abbinato a geoingegneria a bassa intensità. Si prevede che questi scenari abbiano lo stesso effetto sull’aumento della temperatura globale: la stabilizzazione a circa 2 gradi Celsius.

Articoli Correlati

Perchè votiamo? Elezioni e psicologia di massa

di Armando De Vincentiis Le elezioni politiche rappresentano una sorta di test psicologico in cui emergono, in modo piuttosto dirompente, tutte le regole generali della...

Taranto, crisi ex Isolaverde: 80 famiglie senza reddito

L'avvocato Tacente: "Situazione inaccettabile, servono soluzioni immediate". In attesa del progetto Green Belt, si cercano ammortizzatori sociali in deroga Ottanta famiglie sul lastrico e un...