giovedì 2 Gennaio 25

Marti, sfogo amaro sui social: “Il progetto politico in cui credevo non esiste più”

L’ex assessore affida ad un lungo post sulla sua pagina Facebook le proprie considerazioni sull’attuale situazione politica tarantina

Uno sfogo amaro quello che l’ex assessore alla Cultura e allo Spettacolo del Comune di Taranto, Fabiano Marti, ha affidato ai social.

Marti, protagonista dell’amministrazione Melucci fino al varo della nuova Giunta comunale e uomo di fiducia del sindaco Melucci, non fa parte del nuovo esecutivo locale.

A spiegarne le ragioni è lui stesso attraverso un lungo post pubblicato poche ore fa sul suo profilo Facebook: “Sono rammaricato, dispiaciuto, deluso, perché ci ho creduto davvero, dal primo all’ultimo momento – esordisce l’ex assessore – Sono deluso perché dopo la laurea ero andato via da Taranto, avevo lasciato come tanti la mia città per lavoro, per inseguire la mia passione. Ma quando il Sindaco Melucci mi ha chiamato, nel lontano giugno 2018, per chiedermi se volessi diventare assessore alla cultura, ho detto immediatamente di sì, perché finalmente avevo l’occasione di mettere la mia professionalità al servizio della mia città”.

Marti spiega le motivazioni che lo hanno spinto ad accettare l’incarico: “Volevo dare una mano concreta, volevo essere protagonista del cambiamento, volevo far parte di un progetto che aveva come traino imprescindibile proprio la cultura, gli spettacoli, gli eventi, insomma tutto quello a cui avevo dedicato la mia vita.

Il giorno dopo ero già a Taranto a firmare l’inizio di un meraviglioso percorso, nel quale ho messo l’anima dal primo istante, lavorando dalla mattina alla notte, incontrando tanti operatori culturali delusi che, ormai, non credevano più che Taranto potesse cambiare.

Ma lavorando con passione, insieme, li ho convinti ad aprire il cassetto dei sogni, perché li avrei aiutati a realizzarli.

E con quella passione, tenacia, mettendo a frutto la competenza di decenni di studio e pratica nel settore, abbiamo fatto nascere il Teatro Fusco, il primo teatro comunale della storia di Taranto, abbiamo sfiorato il titolo di Capitale della Cultura, unendo la città e risvegliando l’orgoglio cittadino da tempo sopito.

Abbiamo fatto nascere decine di festival, siamo diventati la città della musica, del teatro, degli eventi, della bellezza. Per la prima volta si è cominciato a parlare di Taranto in tutta Italia – a volte in tutto il mondo – non per cose negative, non per l’Ilva, ma perché eravamo la città della Magna Grecia, la patria di Nicocle, il più grande citarista della storia, la città del MarTa, la città della musica, la città del teatro.

E ci siamo riusciti perché eravamo una squadra vera, unita, una squadra che ogni giorno si confrontava su cosa fare per amministrare al meglio la res publica.

Eravamo un gruppo di professionisti, gente seria, capitanata da un visionario che aveva un’idea precisa della strada da percorrere. E abbiamo camminato tanto, abbiamo percorso una strada lunga e tortuosa, affrontando tempeste e mari mossi, ma eravamo spinti dalla volontà di cambiarla davvero la città. Sicuramente abbiamo commesso errori, io personalmente, per mera inesperienza, ne ho fatti tanti. Perché noi, quando si trattava di fare qualcosa, eravamo disposti a prendercene tutti i rischi e le responsabilità, ma mai siamo stati con le mani in mano”.

Tuttavia, per l’ex assessore di quella squadra iniziale ma, soprattutto, di quel progetto, non è rimasto nulla: “In consiglio siedono tanti amici, persone meravigliose che hanno a cuore il bene di Taranto – afferma – così come in giunta, dove ci sono colleghi che stimo e che sono sicuro ci metteranno tutto l’impegno possibile per portare avanti il progetto Taranto, ma quella squadra, quella che ha riso nei momenti belli e pianto nei momenti difficili, facendo quadrato intorno al Sindaco, rialzandosi e continuando a lottare per la città, non esiste più. Quel progetto, quello nel quale avevo creduto con tutto me stesso, è solo un lontano ricordo. E questo mi fa male!”.

Parole da cui emerge tutta l’amarezza di Marti che, però, conclude assicurando che il suo impegno al servizio della città non termina con la sua esprienza da assessore: “Io, nel frattempo, non mollerò, non ne ho alcuna intenzione, perché ho imparato dai tarantini che non bisogna mai fermarsi davanti agli ostacoli. Perché amo la mia città e ho capito in questi anni che senza di lei non posso e non voglio più vivere”.

Articoli Correlati

Emiliano in procura: “Legge di bilancio contiene possibile falso”

Il presidente della Regione Puglia denuncia l'inserimento errato di un emendamento bocciato Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha inviato un esposto in procura...