venerdì 18 Ottobre 24

Melucci ce la fa: approvato il Bilancio di Previsione 2024-2026

Con 16 voti favorevoli al Bilancio l’amministrazione Melucci prosegue il suo cammino, nonostante il voto contrario di Europa Verde e M5S, che confermano il passaggio all’opposizione

Lunga e movimentata la seduta che nel primo pomeriggio di oggi, 19 dicembre, ha portato all’approvazione del Bilancio di Previsione del Comune di Taranto per gli anni 2024-2026, impedendo di fatto la caduta dell’amministrazione Melucci, nonostante la caotica situazione politica del capoluogo ionico.

In apertura era stato ribadito lo scioglimento della Giunta comunale con la revoca delle deleghe assessorili e la ricostituzione del gruppo civico “Taranto futuro in corso” da parte dei consiglieri Tribbia, Mignolo e Illiano, che hanno lasciato Italia Viva. Ribadita anche la ricostituzione di “Taranto Mediterranea” da parte del consigliere Patano.

Il gruppo Europa Verde e il M5S confermano la propria uscita dalla maggioranza e il passaggio tra i banchi dell’opposizione.

I PUNTI ALL’ORDINE DEL GIORNO

Il consigliere Massimiliano Stellato di Italia Viva chiede di anticipare la trattazione di alcuni punti dell’ordine del giorno, tra cui l’approvazione del bilancio previsionale, ottenendo l’approvazione con 16 voti a favore su 32 presenti.

Si passa quindi a discutere del contenzioso sorto tra l’Ente e la società Palazzo Uffici Taranto srl, per la quale il Tar di Bari aveva condannato il Comune a sborsare oltre 7 milioni di euro. La vicenda, tuttavia, viene risolta con una proposta di delibera di riconoscimento di debito fuori bilancio ammontante a oltre 3 milioni di euro, approvata con 18 voti favorevoli e 14 astenuti.

Tocca poi ad una proposta della Direzione Entrate e Servizi che riguarda la conferma delle aliquote IMU per il 2024, sulla falsariga di quanto fatto lo scorso anno. E’ stata inserita, rispetto allo scorso anno, un’agevolazione per le zone ZES Puglia e Basilicata, vincolata ad un’assunzione di un residente all’interno delle stesse zone. La proposta viene approvata.

Successivamente viene trattata la modifica al regolamento IMU, esposta sempre dalla Direzione Entrate e Servizi, per adeguarlo alla normativa in corso. Anche questa proposta viene approvata. Si passa poi all’addizionale comunale, la cui previsione di entrata è di oltre 17 milioni di euro e per la quale non sono state introdotte modifiche. Anche in questo caso parere favorevole da parte del Consiglio comunale.

Approvata anche la modifica all’art. 18 del regolamento Entrate, che elimina alcune maggiorazioni sulla rateizzazione delle tasse dovute.

IL BILANCIO DI PREVISIONE

Prende parola la presidente della Commissione Bilancio, Bianca Boshnjaku, del Partito Democratico, per presentare il bilancio di previsione: “Questa amministrazione ha messo in campo il massimo dell’impegno e del rigore”, ha dichiarato.

Tocca, quindi, al dott. Stefano Lanza, che ha spiegato: “Rispetto degli equilibri di bilancio e dei limiti di indebitamento sono stati gli elementi che ci hanno guidato. La fiscalità locale ha garantito un’entrata di 164 milioni di euro, di cui 36 milioni di IMU e 47 milioni di euro di TARI, nella previsione dell’introito. Somme che, insieme alle altre voci, portano a 271 milioni di entrate complessive. Le entrate in conto capitale ammontano invece a 343 milioni di euro. La previsione della spesa corrente è di 269 milioni di euro, conto capitale 368 milioni, 1milione e 640 mila euro di rimborso prestito”. Lanza afferma che il Comune sta portando avanti spese per lavori pubblici del prossimo anno: “Il bilancio subirà delle variazioni, dal momento che avremo sicuramente finanziamenti che permetteranno un’integrazione”.

IL DIBATTITO

Si susseguono, quindi, gli interventi dei consiglieri.

Giampaolo Vietri, di Fratelli d’Italia, dichiara che “Il progetto che ha portato alla rielezione di Melucci non esiste più. Esiste, invece, una continua guerra tra i consiglieri della maggioranza, che impedisce a Taranto di essere amministrata, esponendoci allo scherno di tutta Italia. Si continua ad imporre l’aliquota massima senza garantire servizi adeguati ai cittadini: noi chiediamo le dimissioni del sindaco”.

Luigi Abbate, di Taranto senza Ilva, ribadisce che “Le condizioni in cui si trova Taranto sono visibili a tutti: degrado e scialacquo del denaro pubblico. Invito i consiglieri ad uno scatto di orgoglio e dignità ai consiglieri: liberiamo Taranto da Melucci, restituiamo la parola i cittadini con il voto alle urne”.

“Abbiate rispetto della città: un commissario oggi bloccherebbe definitivamente la macchina amministrativa”, chiede Michele Mazzariello, di “Taranto Popolare”.

Walter Musillo, Cosimo Festinante e Francesco Cosa di “Svolta liberale”, riportano l’attenzione sul Bilancio previsionale: “Quello che è avvenuto in questi giorni non ha nulla a che fare con il bilancio. Quanto è libero Melucci di fare le sue scelte politiche? I partiti non esistono più: Taranto viene gestita da Bari o da noi? La politica non è una barzelletta, ognuno di noi ha delle responsabilità. Urge un esame di coscienza per tutti: siamo stati fallimentari con Kyma Ambiente, che dovrà sicuramente passare ai privati, con i Giochi del Mediterraneo, siamo agli ultimi posti in Italia. Ridiamo la parola agli elettori: basta con questo inusuale e brutto tetatrino: avete fallito, la vostra vera paura non è il commissario ma quella di non farcela alle prossime elezioni”.

Per Massimiliano Di Cuia, di Forza Italia, la situazione attuale della politica tarantina non si è mai vista: “E’ evidente che oggi, al di là dell’esito delle votazioni, non ci siano le condizioni per portare avanti questa amministrazione. Il dibattito politico nella nostra città ormai verte solo su come conservare l’amministrazione Melucci. Le contraddizioni emerse, le fratture nei rapporti umani causate da comportamenti poco eleganti sono ormai insanabili”.

Il consigliere del PSI, Paolo Castronovi, lega il suo voto alla richiesta di un impegno al sindaco a trasferire alcune somme su capitoli che toccano maggiormente la vita dei cittadini, come gli immobili di proprietà comunale.

“Sono sempre stato critico ma trasparente nei confronti dell’operato dell’amministrazione comunale – dichiara Giuseppe Fiusco di “Con Taranto” – La città non merita un commissario, ma dobbiamo rimetterci al lavoro duramente per la comunità. Non seguiremo nessun diktat dall’esterno”, conclude manifestando il proprio appoggio al mantenimento dell’attuale amministrazione.

Di differente avviso il M5S: “Forse sono mancati i presupposti dall’inizio – afferma il consigliere del M5S Mario Odone, ricostruendo le vicende che hanno interessato l’assessore Luppino – Le scelte del sindaco sono libere e non le discuto: ma abbiamo stravolto, con troppi e bruschi passaggi politici, un rapporto basato sulla fiducia. Vogliamo capire bene qual è la posizione sui temi ambientali, su Kyma Ambiente, su tanti aspetti per i quali è necessario un confronto. Al momento il nostro voto al Bilancio di previsione è negativo”.

Luca Contrario, di “Una strada diversa”, si esprime a favore di una prosecuzione dell’amministrazione: “La città ci chiede di continuare a governare, di risolvere la vertenza ex Ilva e la questione Amiu. Basta però con i cambi di deleghe, con gli spostamenti tra consiglieri: facciamo strada alla responsabilità. Non fermiamo la macchina amministrativa in questa fase storica per Taranto, dopo una seria verifica della maggioranza che ripristini equilibrio e serenità”.

“Il bilancio di previsione è un atto politico ed io voterò contro – dichiara Gianni Liviano – e non per l’adesione di Melucci ad Italia Viva ma per la sua inadeguatezza a governare la città. Non mettiamo in mezzo Taranto nè gli schieramenti politici “.

“In questa situazione – afferma Francesco Battista della Lega – vi siete messi voi: i cittadini sono perplessi, c’è troppa confusione. Come si può pensare di amministrare una città se addirittura nello stesso partito non c’è uniformità? Questa situazione ci sta distogliendo dai veri problemi di Taranto, che ormai è allo sbando. Noi voteremo contro”.

“Oggi indosserò la maglia del difensore – interviene Massimiliano Stellato, di Italia Viva – quando, a novembre 2021, mandai a casa l’amministrazione comunale, sbagliando, fui accusato di aver causato la paralisi amministrativa della città. Italia Viva aveva sostenuto l’amministrazione Melucci alle elezioni 2022, qui siamo di fronte ad un vero e proprio ricatto politico. Serve un atto di responsabilità”.

All’intervento di Stellato segue un importante alterco tra il consigliere di Italia Viva e Abbate, a seguito del quale la seduta viene momentaneamente sospesa per ripristinare l’ordine in aula.

LA VOTAZIONE

Un altro momento concitato segue le dichiarazioni di voto e il momento della votazione, durante il quale il presidente del Consiglio Comunale, Piero Bitetti, invita i consiglieri ad avere rispetto dei cittadini che si rappresentano.

In aula restano 27 consiglieri, di cui 16 a favore, 8 contrari e 3 astenuti.

Viene poi votata l’immediata eseguibilità con 17 voti a favore.

Parere favorevole al Bilancio dai due consiglieri superstiti di Italia Viva, Massimiliano Stellato e Carmen Casula, da Paolo Castronovi del PSI, dai due consiglieri di CON Taranto, Lo Muzio e Fiusco, mentre si astiene in attesa di maggior chiarezza sui gruppi politici la capogruppo Stefania Fornaro; decisivo anche il voto favorevole dei tre consiglieri del Pd Boshnjaku, De Martino e Papa, contrariamente alle indicazioni fornite dalla segretaria provinciale Anna Filippetti. Infine via libera al Bilancio previsionale anche dai consiglieri di liste civiche Illiano, Patano, Tribbia, Brisci, Brignolo, Pittaccio e Mazzariello.

Voto negativo da Di Gregorio e Lonoce per il Pd, oltre a Odone del M5S, Lenti di Europa Verde, Gianni Liviano, Di Cuia di Forza Italia, Abbate e Francesco Battista, Oltre alla Fornaro si astengono Bitetti e Luca Contrario.

Al momento della votazione hanno lasciato l’aula cinque consiglieri dell’opposizione, facendo scendere a 27 l’iniziale numero di 32 presenti.

L’amministrazione Melucci, quindi, continua il suo percorso: resta ora da capire quando sarà eseguita la verifica di maggioranza auspicata dalla maggior parte delle forze politiche in questione.

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