mercoledì 30 Aprile 25

Sanità pubblica a Taranto, Cgil: “Quel piano assunzionale è insufficiente”

D’Arcangelo: “Nessun investimento sul lavoro, perché solo il lavoro risolve i problemi della sanità”

La situazione nei presidi sanitari di Pronto Soccorso e nei vari reparti a Taranto è gravemente compromessa a causa della carenza di personale. Secondo la Cgil di Taranto, il piano di assunzioni regionale, sebbene sembri significativo, non va oltre a coprire le perdite causate da pensionamenti e trasferimenti, lasciando irrisolti i reali bisogni di medici e specializzazioni medico-tecniche.

Giovanni D’Arcangelo, segretario generale della Cgil di Taranto, spiega che, dopo un’analisi dettagliata delle delibere della Regione Puglia e dei dati forniti dalle Asl, è evidente una “sovrapposizione di numeri che mostra in tutta la sua drammaticità l’insufficienza di efficacia delle azioni attorno ai numeri sulla sanità pubblica in provincia di Taranto”.

Una problematica confermata anche dalle analisi di Cristina Fama e Mimmo Sardelli, della segreteria Fp Cgil, i quali denunciano che più della metà delle 461 nuove assunzioni sono destinate solo a coprire il turnover, lasciando scoperte molte posizioni cruciali in reparti vitali come il pronto soccorso, la rianimazione e la radiodiagnostica.

Un esempio è il Pronto Soccorso di Castellaneta, che dovrebbe avere 12 medici ma ne ha in realtà solo 9, e spesso si ricorre a medici di altri reparti per coprire le emergenze. A Martina su 6 medici pediatri previsti ce ne sono solo due che riescono a garantire solo consulenze.

“Basti pensare che il 50% dell’offerta di salute nella provincia di Taranto viene dalla sanità privata e che per il secondo anno consecutivo la Regione Puglia finanzia con circa 30 milioni di euro le cliniche private nella speranza di snellire i tempi lunghi delle interminabili liste d’attesa”, rileva Sardelli.

“Nel piano assunzionale della Regione assurdamente dimenticato anche il Pronto Soccorso di Taranto”, denuncia la Cgil.

Un clima di scarsa chiarezza e problematiche nelle relazioni sindacali, senza seguito al Protocollo regionale del maggio 2023. Il management Asl è costretto a fare i conti con i tagli imposti dal Governo Meloni, che rendono difficile la programmazione su temi essenziali.

Ciò comporta conseguenze drammatiche per la comunità, in particolare per gli over 65, che hanno difficoltà ad accedere a servizi sanitari territoriali e assistenza domiciliare.

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