domenica 20 Ottobre 24

Siti d’Interesse Nazionale, il caso Taranto

Che fine hanno fatto le bonifiche? Perchè si è in forte ritardo con la loro effettiva realizzazione? Il monito della Corte dei Conti

Secondo un recente rapporto della Corte dei Conti, la bonifica dei Siti di Interesse Nazionale (Sin) è un’urgenza che va affrontata su più livelli, in sinergia tra Stato e Regioni. “Oltre alle implicazioni finanziarie – scriva la giustizia amministrativa – è fondamentale considerare i rischi per la salute pubblica dovuti all’inquinamento, specialmente per le patologie tumorali. Dopo la bonifica dei siti inquinati, è essenziale monitorare costantemente l’ambiente e la salute pubblica per garantire l’efficacia delle misure adottate. Il coinvolgimento delle comunità locali e delle parti interessate è cruciale per il successo delle bonifiche, richiedendo trasparenza e comunicazione adeguate”. Già! Peccato che tutto ciò non avvenga. Che le bonifiche tardano ad essere avviate e completate. Che si continui a morire in aree molto inquinate.

Alla fine del 2023 i Sin in Italia sono 42, un numero rimasto invariato rispetto al 2020. Ma se analizziamo gli ultimi due decenni, notiamo come il numero di queste aree sia cresciuto notevolmente fino al 2012, quando ha raggiunto un picco. Con l’introduzione dei nuovi criteri, nel 2013 i siti sono diminuiti a 39 per poi avere un ulteriore incremento, fino ai 42 attuali. L’ultimo in ordine cronologico è quello dell’Area Vasta di Giuliano (Napoli), individuato nel 2020. L’area Sin di Taranto è una delle più grandi del Paese, con i suoi 11389 ettari: 4383 su terra, 7006 a mare. Uno vero e proprio scempio che nessun governo riesce a portare a soluzione. Una sorta di farsa che replica se stessa.

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