domenica 7 Luglio 24

Taranto, il Centro sportivo Magna Grecia cade a pezzi

Peggiorano a vista d’occhio le condizioni strutturali dell’edificio, che continua ad essere abbandonato al vandalismo e all’incuria

Nuove scritte minatorie contro le forze dell’ordine campeggiano su quel che resta dei muri del Centro Sportivo Magna Grecia, mentre un angolo dell’edificio si sgretola giorno dopo giorno.

E’ la barbarie che avanza, priva di qualsivoglia freno: nessun agente della Polizia locale, nessuna videocamera di sorveglianza a fornire un ultimo baluardo di difesa.

Lo sanno tutti: alla struttura accedono quotidianamente ragazzi che vogliono giocare una partita gratis nei resti incredibilmente malmessi dei campi da calcetto, ma anche veri e propri vandali, frutto di una cultura dell’inciviltà che sta dilagando sotto molteplici forme nella città.

Il Centro Sportivo Magna Grecia sta lentamente cadendo a pezzi tra l’indifferenza di molti e l’incredulità di alcuni, rischiando di allontanare definitivamente la possibilità che qualcuno voglia (ma soprattutto riesca) a prendere in carico la riqualificazione della struttura.

Rispetto al nostro precedente sopralluogo, risalente ad ormai 6 mesi fa, i muri esterni e i soffitti interni rivelano un notevole peggioramento.

Le peripezie decennali della struttura sono ormai note (qui trovate il nostro riassunto della vicenda): l’ultima battuta d’arresto risale a circa un mese fa, quando la responsabile della direzione Lavori pubblici del Comune di Taranto, Erminia Irianni, comunicò l’esclusione della proposta avanzata da un’ Associazione temporanea d’imprese (Domus Srl, Bardia Walter, Ek Impianti Srl e Prisma Taranto Volley) che, per la seconda volta, presentava un progetto di riqualificazione dell’edificio. Al termine dei lavori, la cui durata era stimata in un paio d’anni, l’Ati avrebbe potuto gestire la struttura per 20 anni.

“Com’è possibile che una struttura come questa, un vero e proprio fiore all’occhiello di Taranto, sia ridotta in queste condizioni?”, ci chiede un passante. “Lo vediamo disfarsi sotto i nostri occhi senza che si riesca a porre rimedio a questo declino”, afferma un altro residente del quartiere.

Sgomento, delusione, incredulità sono i sentimenti più comuni quando si parla dell’argomento.

Eppure, ai fini della candidatura di Taranto a “Città europea dello sport” e alla luce dei risultati rimediati nella recente classifica stilata da Il Sole 24 Ore sull’indice di sportività delle province italiane, in cui il territorio jonico si colloca all’88esimo posto, ripristinare un centro del genere contribuirebbe notevolmente alla rigenerazione dei quartieri tanto cara all’amministrazione comunale, nonchè a migliorare il rapporto tra sport e cittadini, che non sembra essere troppo idilliaco, specialmente nelle fasce più giovani.

Senza contare che il progetto di riqualificazione dell’edificio era stato inserito originariamente nel Masterplan dei Giochi del Mediterraneo 2026, dal momento che avrebbe dovuto ospitare le partite di pallacanestro 3×3.

Anche in questo caso, insomma, il tempo sembra essere scaduto: è necessario intervenire concretamente e nell’immediato, se si vuole davvero recuperare questa struttura in tempo per i Giochi del 2026, prima che i titoli di coda scorrano definitivamente sulla vicenda.

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