domenica 7 Luglio 24

Tumori, bloccare la resistenza ai chemioterapici aumentando l’efficacia della terapia

Una ricerca dell’Irccs “Saverio de Bellis” di Castellana Grotte rivela che è possibile aumentare l’efficacia della chemioterapia contro il cancro del colon retto

Bloccare farmacologicamente l’attività della proteina “SMYD3” può impedire alle cellule tumorali del colon retto di sviluppare una resistenza ai chemioterapici, aumentando la loro efficacia. È il principale risultato di un progetto di ricerca pubblicato sulla rivista “Journal of Experimental & Clinical Cancer Research”, svolto all’Irccs “Saverio de Bellis” di Castellana Grotte, specializzato in gastroenterologia.

La ricerca durata cinque anni, guidata dal prof. Cristiano Simone e sostenuta dalla Fondazione Airc, ha identificato SMYD3 come bersaglio terapeutico nei tumori in cui è espressa in eccesso.

Sappiamo da tempo che la chemioterapia agisce danneggiando il Dna sia delle cellule tumorali che di quelle sane, causandone la morte. Il tumore, però, può sviluppare una resistenza ai chemioterapici (proprio come avviene per i batteri verso gli antibiotici), e questo causa la maggior parte delle recidive. Questo accade perché le nostre cellule possiedono un sistema di “riparazione” del Dna che consente loro di rimanere in salute, ma che purtroppo viene sfruttato anche dalle cellule tumorali per difendersi dall’azione della chemioterapia.

“SMYD3 è una proteina ‘operaia’ coinvolta proprio nella riparazione del Dna nelle cellule cancerose”, spiega il prof. Simone: “recentemente abbiamo dimostrato che l’impiego di un nuovo inibitore di SMYD3 aumenta l’efficacia dei chemioterapici e che, nei tessuti di pazienti con neoplasie gastrointestinali, SMYD3 è fortemente espresso”.

“Il nostro studio – continua Simone – identifica SMYD3 come bersaglio terapeutico nei tumori in cui è espressa in eccesso, permettendo di eliminare in maniera mirata le cellule cancerose e risparmiando quelle sane. Questo approccio terapeutico rappresenterebbe un’arma vincente non solo per evitare la resistenza ai chemioterapici, ma anche per ridurne le dosi, limitando sia gli effetti collaterali sia i costi”.

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