La casa-museo di Giovanni Paisiello, in Città Vecchia, resta un cantiere a distanza di diversi anni dall’avvio dei lavori. Perché? Come mai l’assessore all’Urbanistica (Edmondo Ruggiero) non chiede conto al direttore dei lavori (l’architetto, Ilaria Pignatelli) di tutto questo tempo trascorso invano? Non c’è musica, maestro, nella sua Taranto
Più un cantiere-museo che una casa-museo. Non c’è musica per il maestro Paisiello nella sua Taranto. Ricordo che non sia osteggiato dalla sciatteria dei luoghi. Nota che non risulti stonata dall’improvvisazione amministrativa. E lavori pubblici che non procedano mutuando il passo del gambero: metti un mattone oggi qua, togli tre mattoni domani là. Della serie: quando pensi di avanzare, in realtà, stai indietreggiando. Perdendo tempo. Condannando all’immobilismo un’opera culturale tra le vie strette – e il vociare mediterraneo – della Città Vecchia. Sono almeno due anni che tutto è fermo. Che il cantiere costato 700 mila euro (finanziamento ottenuto dalla Regione Puglia) non presenti significative novità. Che andrebbero cercate risorse aggiuntive per completare gli arredi. Che la casa-museo, aperta a turisti e tarantini, di uno dei più grandi interpreti della musica classica europea, resti nient’altro che un rudere. Un’idea complicata da perseguire. Al pari di certi concerti di John Cage, con il silenzio trasformato in sonorità assordante.
Sarebbe il caso che, il nuovo assessore all’Urbanistica Edmondo Ruggiero, si confronti con il direttori dei lavori: l’architetto, Ilaria Pignatelli. Trovi il tempo di parlarci. Rapportarsi con lei. Interloquire in una qualche ora della giornata, al di là dei differenti impegni professionali. Per capire dove risieda il problema. E, se necessario, rimuovere dagli incarichi ricevuti incaricati poco produttivi. Paisiello eccelleva nella musica da camera. La casa dove nacque il 9 maggio del 1740 ha in-camerato sin qui solo colossali fraintendimenti. Tutto il mondo è Paese. E anche un pò Paisiello.