De Gregorio, Vozza e Portacci attaccano l’amministrazione Melucci: “Non era questo il programma elettorale, non è così che si danno attenzione e servizi alle periferie: il Consiglio comunale deve intervenire e votare una mozione apposita per riportare l’apertura degli uffici a 5 giorni su 5”
“Nessuna polemica politica ma pretendiamo nella maniera più assoluta un servizio decente per i cittadini di Paolo VI”.
Così Luciano De Gregorio, Massimo Vozza e Michele Portacci riportano l’attenzione dell’opinione pubblica su quanto sta avvenendo a Paolo VI.
Per ricostruire l’intera vicenda è, però, necessario, compiere un passo indietro.
A giugno 2023 l’amministrazione Melucci aveva parlato di “riorganizzazione doverosa” degli uffici comunali decentrati e aveva deciso di accorpare, con una delibera di Giunta, quelli di Paolo VI e Tamburi, unificandoli nella sede che sarebbe poi stata situata nel secondo quartiere.
Paolo VI, quindi, un quartiere di circa 18mila residenti ma anche uno dei più periferici della città, sarebbe rimasto privo degli uffici di Stato civile, causando disagi notevoli ai residenti.
Di fatti, poco dopo monta la protesta del quartiere e, a seguito di una grande manifestazione organizzata, vengono raccolte circa 4mila firme per chiedere di evitare l’accorpamento e restituire gli uffici comunali alla loro sede.
Viene, quindi, trovata una soluzione di compromesso con l’apertura degli uffici tre giorni a settimana e l’introduzione di un facilitatore: “Si tratta di un servizio innovativo – aveva dichiarato a luglio 2023 l’amministrazione comunale – che porrà le esigenze degli utenti al centro delle attività del personale comunale che, tre giorni a settimana, sarà presente in loco. È stato individuato un “facilitatore” che oltre a effettuare la stampa di tutti i certificati anagrafici, fornirà per esempio informazioni su cambi di residenza, rilascio della tessera elettorale, tributi come Tari e Imu, facendo scoprire ai cittadini tutti i nuovi servizi digitali che il Comune offre”.
A distanza di mesi, però, le difficoltà sembrano tutt’altro che superate: l’unico dipendente che si occupa di carte d’identità ecc infatti è in pensione per ferie e normalmente si divide tra i quartieri Paolo VI e Tamburi. Il vice sindaco Gianni Azzaro spiega che al momento c’è carenza di personale ma la protesta torna a montare più veemente di prima, sostenuta da CON Taranto e dal circolo di Paolo VI del PD.
Qualche giorno fa un’altra manifestazione “ a cui hanno partecipato – fa sapere De Gregorio, raggiunto telefonicamente da CosmoPolis – solo i consiglieri comunali Enzo Di Gregorio e Lucio Lonoce. Non pervenuti Massimiliano Stellato e Giuseppe Fiusco, che erano intervenuti a giugno”.
Perchè il problema, come spesso accade, assume anche connotazioni politiche: “Non vogliamo farne una questione di partito o bandiera – precisa De Gregorio – ma è evidente che l’opposizione deve scendere in campo a difesa dei residenti di Paolo VI: il consiglio comunale non deve tacere di fronte all’inadempienza di chi amministra la città in questo modo, qui assistiamo ad uno stravolgimento letterale del programma elettorale di Melucci, che aveva promesso un potenziamento e non una riduzione dei servizi ai cittadini, oltre ad una maggiore attenzione alla periferie”.
“Quello a cui stiamo assistendo – gli fanno eco Vozza e Portacci – è offensivo nei confronti dei cittadini di questo quartiere. È assurdo che il sindaco pensi alla petizione per aprire l’aeroporto di Grottaglie ai voli civili e poi ignori una raccolta di 4mila firme di residenti a Paolo VI”.
Ma qual è la causa di questi accorpamenti? A quanto pare, la carenza di personale: insomma, mancherebbero i dipendenti comunali e il problema si risolverebbe chiudendo gli uffici.
“Se così fosse – incalza De Gregorio – sarebbe una doppia mancanza da parte di chi amministra Taranto: è, infatti, scontato che sia necessaria una programmazione preventiva del personale per garantire ai cittadini servizi adeguati e le assunzioni in una città come questa non sono mai abbastanza”.
“Quello che chiediamo – concludono Vozza, Portacci e De Gregorio – è di riportare a 5 giorni su 5 l’apertura degli uffici comunali di Stato civile a Paolo VI: per questo facciamo appello al Consiglio comunale affinchè sia votata una mozione specifica, che sarà proposta proprio da Lonoce e Di Gregorio”.