di Vittorio Galigani
Abbiamo ancora impresso nella mente quel post pubblicato nei social, a ridosso della presentazione nel salone degli specchi, dal vicesindaco Azzaro, che augurava ai tifosi “Good Morning – Taranto” accompagnato da “cuoricini” rossoblu
“C’è sempre un filo logico e la gente ci inciampa”. Combatti. Lotti. Arranchi. Tutto nel tentativo, spesso vano, di ricondurre su binari corretti una situazione che ti sta sfuggendo di mano. Avverti che, giorno dopo giorno, ti viene a “mancare” la terra sotto i piedi. Ma non vuoi arrenderti. Parli di decisioni sagge che però contrastano con la tua reale volontà.
Sarebbe bene passare la mano. Mancano le risorse. E’ la rincorsa continua, spesso disperata, a una provvista che si manifesta sempre più impegnativa. Le scadenze, imposte dai regolamenti, sono sempre più pressanti. Venir meno agli impegni finanziari, previsti dalle norme, ti espone a brutte figure. Ma tu, testardo, non vuoi “ammettere” che il passo migliore è quello dell’addio.
Pur tra mille difficoltà, contestazioni e penalizzazioni rimani “avvinghiato” al ruolo. Ti piace troppo. L’anonimato non ti si confà. Non riesci a mollare l’osso. Vuoi “dimostrare”. Soprattutto a te stesso. Ma il “percorso” è impervio. Scosceso. Ed ormai tutto in salita.
E’ necessario allora risalire all’origine. Tra la “ragione” e la “passione” prevale sempre quest’ultima. Matura l’idea del progetto triennale. I costi sono però esorbitanti. Ci si rende conto da subito. Contratti al di fuori della portata delle proprie disponibilità e della categoria. Le previsioni iniziali vengono stravolte. Partite a porte chiuse. Presenze allo stadio al di sotto delle “proiezioni”. Una media di 3,8 mila paganti effettivi (sold out sugli spalti in due sole partite) ridimensionano le “ambizioni” finanziarie. Vengono meno le valorizzazioni dei giovani (che non giocano) ed i proventi da esse derivanti. Un unico sponsor “concreto”. Gli altri sono quisquiglie se rapportati ai costi di gestione. Una conseguente crisi di liquidità che porta alla prima penalizzazione. Infine i mediocri risultati dei play off (senza vittorie e senza gol), “sbandierati” come obbiettivo stratosferico, ridimensionano il progetto. La rincorsa finanziaria affannosa, per riuscire ad iscrivere la squadra al campionato, conduce (finalmente) a più miti consigli.
La storia più recente racconta di un fuggi fuggi generale. Di smantellamento dell’organico. Di certificati medici ridicoli. Che più ridicoli non si può. Tra dimissioni e disimpegni, più o meno reali, inizia la ricerca porta a porta. Di ipotetici acquirenti. Non disdegnando, in ogni caso, eventuali partner che concedano spazi operativi. E neppure sponsor. Soltanto “galattici” però. Nasce un nuovo modus pensante. “Lasciare, ma in presenza”.
Tra gli “amici” consultati, per un “consiglio” in tal senso anche Marcel Vulpis. Vice presidente di Lega Pro ai tempi della gestione Ghirelli. Vulpis da sempre nelle grazie di Massimo Giove. Tra le sue conoscenze (Vulpis) annovera Roberto Ciccioli. Professionista, nel giro romano, dei commercialisti. Specializzato in operazioni finanziarie internazionali. In alcune occasioni Vulpis e Ciccioli sono anche stati relatori, congiunti, di eventi di variegata trattazione e competenza. Da Ciccioli a Mark Campbell il passo è breve. La presentazione dell’inglese a Giove altrettanto. Le visite alle strutture di Taranto e Massafra conseguenziali. Eravamo soltanto a metà settembre. Esistono testimonianze fotografiche in tal senso.
Come è conseguenziale anche che Ciccioli abbia fatto da “interprete” nei contatti tra Rinaldo Melucci e Mark Campbell. Rimane da chiedersi quale credenziali siano state offerte al Sindaco di Taranto per indurlo ad esporsi in maniera tanto diretta. Tanto da aver invitato il magnate inglese a palazzo di città (con Ciccioli). Presentandolo come “trofeo” di una sua arguta iniziativa. Abbiamo ancora impresso nella mente quel post pubblicato nei social, a ridosso della presentazione nel salone degli specchi, dal vicesindaco Azzaro, che augurava ai tifosi “Good Morning – Taranto” accompagnato da “cuoricini” rossoblu.
In città tutti estasiati da quella anticipazione. Si dava tutto per fatto e scontato. Il popolo rossoblu poteva finalmente guardare a un futuro più positivo della squadra del cuore.
Il risveglio, però, non è risultato essere dei migliori. Motivo? L’andamento lento dimostrato, nel suo percorso, da Campbell. La scadenza del 16 ottobre “bucata” dallo stesso che ha fatto suonare i primi campanelli. Un ritardo, quello, che ha provocato deferimenti e ulteriori future penalizzazioni. Il bonifico, dalle origine sconosciute, pervenuto in netto ritardo. A tutt’oggi il mancato deposito in Lega Pro della fidejussione di 350 mila euro, a garanzia del campionato, che impedisce di dar corso alle operazioni di closing. I “pettegolezzi” più che nocivi su chi paga o non paga le spese gara, gli hotel e le trasferte. In altre parole la gestione ordinaria. I Motivi, addotti da Mark Campbell, sul suo posticipato ritorno in città. Qualche notizia non proprio positiva, sul suo conto, pubblicata su uno dei quotidiani più accreditati in Inghilterra.
Il tutto aggiunto alla confusione che regna attorno alla squadra. Su chi è deputato ad assumere decisioni. Su chi ha delega alla firma. Sulle incertezze che riguardano il presente. Sulla reale capacità economica dell’inglese, tradotta in tempi e metodi, di acquisire (da solo o in compagnia) la maggioranza delle quote sociali. E, da ultimo, sulla reale volontà di Massimo Giove, nelle difficoltà di cui sopra, di “passare” la mano.
“C’è sempre un filo…” attendiamo fiduciosi che Mark Campbell ce ne comunichi la logica!