sabato 21 Dicembre 24

La cessione che non c’è

di Giuseppe Di Cera

Il passaggio di proprietà resta sul tavolo del presidente Giove, ma i potenziali acquirenti restano timidi

Un passo avanti e due indietro. Acquistare il Taranto non è semplice e i possibili compratori restano sulle loro posizioni, pronti a scattare al minimo segnale del presidente Massimo Giove. A quel punto il prescelto staccherebbe l’assegno per porre fine a questi continui incontri, che stanno portando a trattative lunghe e per le quali non si intravede alcuno sbocco.

 I due fondi interessati sono alla finestra e ogni tanto bussano alla porta di Giove, per capire se sia cambiato qualcosa nelle richieste. Anche perché bisognerà mettere subito mano alla ricapitalizzazione e non si tratta di una cifra di poco conto.

Poche le certezze, molti i dubbi con il fondo americano che avrebbe effettuato il sorpasso nella corsa al Taranto. La palla sarebbe tra i piedi del fondo statunitense, che continua la trattativa diretta con Giove, chiedendo tutte le garanzie del caso. La controparte toscana, invece, avrebbe rallentato. Soprattutto in attesa del verdetto del 10 ottobre che peggiorerà di almeno quattro punti la già deficitaria classifica.

 L’udienza, appositamente istituita per discutere del ritardato pagamento degli stipendi di giugno, azionerà una triste scure, che taglierà tutti gli sforzi della squadra di Carmine Gautieri. Dopo otto giornate di campionato sono stati conquistati appena tre punti, ma nel giro di 24 ore si potrebbe sprofondare sino al -1. E non è detto che non si possa andare ancora più sotto. Fermo restando che entro mercoledì 16 bisognerà pagare gli stipendi maturati sino a settembre. Se anche questo appuntamento fosse saltato la dose dei punti tolti verrebbe rincarata sino a raddoppiare quelli che verranno comminati domani. 

La serie D, di questo passo, diventerebbe molto più vicina di quel che già è. Solo un’offerta ufficiale potrebbe mutare il corso della storia e la spia che si dovrà accendere sarà l’invio di una pec sia alla Consultrust srl che alla APS Taras 706a.C., rispettivamente società fiduciaria mandataria delle quote del socio di maggioranza (Giove al 93%) e socia di minoranza con il restante 7%. Nulla di tutto questo, al momento. Resta la brusca frenata del fondo toscano, che sembrava avere preso il sopravvento e seriamente intenzionato a chiudere il prima possibile, ma così non sarebbe.

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