di Vittorio Galigani
La finale-spareggio contro il Rende. I ventimila dello Iacovone. E la possibilità, sempre quell’anno, che si potesse ingaggiare Zeman come allenatore
Gigi Blasi non accettava le mezze misure. La C2 doveva rappresentare soltanto una categoria di transito. Segnò il ritorno a Taranto di Luca Evangelisti come direttore sportivo e la promozione di Raimondo Marino a responsabile tecnico della prima squadra. Era la stagione sportiva 2005/6.
Luca lavorò bene prima ancora di essere nominato ufficialmente. Ci presentammo “Al faro”, nella splendida cornice del Mar Piccolo, con mezza squadra già fatta. In conferenza stampa Blasi non nascose le sue ambizioni sul salto di categoria al primo colpo. Partimmo per il ritiro di Penne, sui colli dell’Abruzzo, con un organico di prim’ordine. All’esperienza di Pastore e Caccavale si aggiungeva la forza realizzativa di Andrea De Florio. Già nella nel corso delle amichevoli precampionato scoprimmo la qualità di Manuel Mancini e Lele Catania. Blasi voleva il meglio del reparto offensivo ed in corso d’opera arrivarono anche Alessandro Ambrosi e Fabio Di Domenico.
La fase ascendente del girone di andata evidenziò alcune lacune che rallentarono la nostra marcia. Raimondo Marino preparatissimo in linea teorica, non otteneva sul campo i risultati che tutti, Gigi Blasi in testa, aspettavamo. Alla 19ma perdemmo malamente a Melfi in una uggiosa domenica invernale, rimontati sul 3 a 2, dopo essere stati in vantaggio sino a pochi minuti dal fischio finale. Mandammo la squadra in ritiro a Telese senza farla rientrare in sede.
Nella notte girammo mezza Italia. Cercammo di convincere anche Zeman che declinò elegantemente. Alle tre di notte del martedì Luca Evangelisti svegliò sia il sottoscritto che Blasi. Serviva la presenza del presidente in ritiro, la squadra dava segnali di sfiducia nei confronti del tecnico. Salimmo in Campania il giorno successivo. Il presidente sentì separatamente prima Marino e poi tutti i giocatori. Seguì il confronto diretto tra le parti. Fabio Di Domenico, con grande personalità, evidenziò, davanti a tutti, alcune fragilità tecniche che portarono all’esonero di Marino.
Affidammo la squadra a Aldo Papagni. All’esordio del nuovo allenatore perdemmo in casa, con il minimo scarto, contro Vigor Lametia. Il morale di tutti era sotto i tacchi. Stavamo scivolando fuori dalla zona promozione. Ci riprendemmo, dalla gara successiva, dimostrando una solidità difensiva mai mostrata in precedenza e inanellando una serie di risultati positivi che ci fece concludere il campionato al secondo posto. Per i meccanismo dei PlayOff dovevamo affrontare, in semifinale, il Melfi, classificatosi al quinto posto.
Gara di andata il 21 maggio 2006 a Melfi. Ci presentammo in Lucania con il favore del pronostico, convinti dei nostri mezzi. Al seguito della squadra una marea di tifosi si accalcava nell’insufficiente settore ospiti. Nell’intervallo dovette intervenire Gigi Blasi per calmare gli animi che alcuni lacrimogeni erano caduti tra i piedi dei nostri sostenitori provocando un comprensibile stato di panico ed una giustificata reazione.
In campo emersero tutte le ostilità ambientali dovute al comportamento della dirigenza avversaria. Dal riscaldamento della nostra squadra nel pregara, all’atteggiamento messo in atto, dopo il fischio finale, quando atleti e dirigenti del Melfi si riunirono sotto la tribuna in un girotondo irridente. Perdemmo 3 a 1. Sul due a uno l’arbitro, richiamato dal guardalinee di destra, concesse un discutibile rigore per un presunto fallo in area di Agostinelli, su un avversario, quando la palla era lontana. Le nostre ambizioni cominciavano a vacillare. Blasi era sfiduciato ed incontenibile.
Gara di ritorno il 27 maggio 2006 allo Iacovone gremito da 20 mila tifosi rossoblu. Curva nord, come nella tradizione, con una coreografia ineguagliabile. Comitiva avversaria protagonista di una colpevole codardia, “scortata” negli spogliatoi ed in campo dalla polizia. Per passare il turno bisogna vincere con due gol di scarto. Il primo tempo si registra un assedio alla porta del Melfi con Lele Catania che salta gli avversari come birilli, Ambrosi e Andrea De Florio vicinissimi al gol in più occasioni. Ad Alessandro viene anche annullato il gol per sospetta posizione di fuori gioco.
Ripresa altrettanto arrembante, con gli avversari schiacciati nella propria area di rigore. Con Taranto che attacca sotto la curva nord. La spinta dei nostri tifosi è incessante. Al minuto 58 Lele Catania, su calcio d’angolo, anticipa tutti e ci porta in vantaggio. Notevole il sospetto che abbia “toccato” di mano con furbizia. Un boato fa tremare lo Iacovone quando, a 8 minuti dal termine, De Florio appoggia in rete il pallone del raddoppio, che vale la finale, su un velo “meraviglioso di Di Domenico che gli spalanca la porta avversaria. Con la curva che intona il “po…po…po…” tanto di moda in quel periodo gli ospiti rientrano negli spogliatoi a testa bassa. Questa volta il girotondo, sotto la curva, in compagnia dei nostri tifosi, tocca a noi!
La finale promozione, di andata, si gioca a Cosenza, contro il Rende, il 4 giugno 2006. La tribuna del San Vito – Gigi Marulla gremita dai nostri è uno sventolio di vessilli rossoblu. Vanno in vantaggio gli avversari al 33mo del primo tempo, ma a dieci minuti dal termine Ivano Pastore, su punizione dal limite, toglie le ragnatele dall’incrocio dei pali alla destra di Ambrosi, il fratello di Alessandro, che difende la porta dei calabresi. Ci giocheremo la promozione tra le mura amiche. Dovremo vincere nei tempi regolamentari per evitare il pericolo dei supplementari.
L’undici giugno 20mila tifosi del Taranto “invadono” lo Iacovone. Mai visti in quegli anni tanti spettatori sugli spalti del “Salinella”. La nord, per l’occasione, “rispolvera” una coreografia storica che copre gran parte della curva inferiore. Meriteremmo il vantaggio, ma Alessandro Ambrosi in un paio di occasioni si fa ipnotizzare dal fratello Stefano che, a tu per tu, gli nega la soddisfazione del gol. Nel secondo tempo una pioggia torrenziale si abbatte sullo Iacovone ed i calabresi si arroccano sempre più nella propria area di rigore. Nella speranza di portare la gara ai supplementari.
Non hanno però fatto i conti con Vincenzino De Liguori che al minuto 88 mette in area avversaria, dalla sinistra, un tiro cross insidiosissimo. Stefano Ambrosi, a sua insaputa, si ritrova tra i guantoni una saponetta e il pallone, bagnato, gli scivola maldestramente dalle mani. Si adagia dolcemente in fondo alla rete e lo Iacovone diventa una bolgia. E’ il gol che ci regala la promozione.
Gigi Blasi aveva mantenuto la promessa. La C2 era stata soltanto un passaggio. Zuppi e contenti ci ritirammo a festeggiare negli spogliatoi. Stava già arrivando la stagione di Cejas e Toledo.