di Vittorio Galigani
Taranto vince meritatamente sul Picerno. Non una bella partita certamente. Che i lucani visti allo Iacovone non possono nutrire ambizioni. Privi di qualità e voglia di vincere, non possono essere quelli che veleggiano nelle zone alte della classifica. Una vittoria che al Taranto restituisce autostima e morale
Benevento mostra i “muscoli” tra le mura amiche. Maltratta il Latina con una cinquina. Risultato che esplicita le reali ambizioni della “strega”. Auteri (ri)guadagna in casa i punti malamente lasciati per strada in trasferta. Sino ad oggi soltanto quattro quelli conquistati lontano dalle mura amiche. Il tecnico siciliano ha il grande merito di far giocare i giovani. Smentendo chi sostiene che con gli “under”, in campo, non si possono “cullare” ambizioni di vittoria finale. Da questa sera il Club sannita tenta la fuga. E’, meritatamente, ai vertici della classifica in beata solitudine. Attacco più prolifico di tutto il girone. 21 le reti messe a segno. Difesa meno perforata. Seppure in coabitazione. Soltanto 5 i gol subiti. Giallorossi che pongono la loro autorevole candidatura sulla vittoria del campionato.
I 90 e più minuti del “Massimino” evidenziano il divario tecnico tra Catania e Altamura. Resta solo da giudicare se i “rossoazzurri” sono da categoria superiore o se i biancorossi pugliesi rappresentano poca cosa per la terza serie. Fatto sta che i ragazzi di Toscano sistemano la “pratica” nei primi 45 minuti. Primo tempo arrembante. Di buon ritmo. Trame di bel gioco. Vantaggio all’inglese. Due a zero ed a riposo negli spogliatoi. A dire il vero la difesa di Altamura ci mette del suo. Gigliotti, che è l’ombra del bel giocatore di qualche stagione addietro, regala il gol del raddoppio rossoazzurro.
Nella ripresa il Catania non si affanna più di tanto. Accelera o rallenta il gioco a proprio piacimento. Amministra. Concede all’avversario anche uno sterile possesso di palla. Che non produce frutto alcuno. Un atteggiamento che evidenzia il carente “peso” tecnico degli ospiti. Troppo forti i primi o fragili gli altri? Intanto il Catania, tre vittorie consecutive, “scala” velocemente la classifica. Altamura, che aveva dato segnali di buona ripresa, rischia di “precipitare” in una preoccupante crisi depressiva. Appare evidente la necessità di intervenire. Alla ricerca di una salvezza che sia meno difficoltosa.
Salvemini. Lo “spadaccino” che gioca, di fioretto, nel Cerignola. Guai, per gli avversari, concedergli l’occasione sul destro. Una caviglia nella quale nasconde un “pennello”. Dipinge gol d’autore. E la classifica torna a sorridere. Sfugge, ai più, la crescita costante del club gialloblu. Sfuggono le ambizioni della famiglia Grieco. Sfuggono, a molti, le capacità professionali di Elio Di Toro che ho cercato inutilmente, a più riprese, di portare a Taranto. Sbattendo sempre sulla “cocciutaggine” di una proprietà impreparata.
Cerignola dicevamo. Una sorpresa? Neanche tanto. Attenzione alla continuità. La solvibilità non manca. E nemmeno l’ambizione. I risultati fanno parte del presente. Potrebbe essere necessario un ulteriore impegno, al giro di boa, per sognare in grande? Se ne potrà riparlare a Natale…magari sotto l’albero.
Chi sorprende, positivamente, è il Giugliano. La vittoria di misura sulla Juventus Next Generation porta i campani a quota 17. In bella compagnia di Catania e Monopoli. Terzi in classifica. Un complesso di giovani interessanti e giocatori di categoria. Grandi meriti a Bertotto che ha saputo amalgamarli.
Il Trapani che non ti aspetti al Provinciale. In negativo. Lento e impacciato. Seppure sempre nella metà campo avversaria. Gara avulsa dei padroni di casa. Scarso acume tattico. Pericolosa involuzione nello sviluppo del gioco. Non è questo il Trapani che può mirare al vertice. Troppi “galli” nel pollaio?
Messina presto in inferiorità numerica. Reagisce. Prima fa tremare i legni della porta avversaria con il 2004 Anatriello. Passa poi in vantaggio con lo stesso “under”. Su grande indecisione di Seculin che non trattiene il pallone. Manetta e soci si difendono ordinatamente sul limite della propria area per tutta la gara. Il pareggio dei granata giunge nei minuti di “extra time”. Quando Modica, con l’arbitro pronto al triplice fischio finale, decide, inopinatamente, per il cambio. A rigor di logica se lo poteva evitare. Che il subentrato non trova nemmeno il tempo di “strusciare” la palla.
10 punti in quattro partite. Tre vittorie ed un pari. I numeri impreziosiscono l’avvento di Biancolino sulla panchina dell’Avellino. Il “pitone” ha recuperato sulla vetta. La continuità realizzatrice di Patierno. L’apporto prezioso di Palmiero, nella costruzione del gioco. il ritrovato rendimento di Sounas. La ritrovata armonia del gruppo. Il migliorato rapporto con la piazza. Un calendario abbordabile. Nella prossima i biancoverdi incontreranno i modesti giovanottini della Juventus. Che dire, tutti fattori positivi che invitano all’ottimismo. Il compito è certamente arduo. Certamente una rincorsa ad Handicap. La lunghezza del torneo lascia margini di successo.
A sorpresa la Turris sulla Cavese. La doppietta di Giannone vale tre punti preziosi. Pregevole gesto tecnico del “corallino” in occasione della prima marcatura. Una vittoria che non mitiga le problematiche societarie. Il post partita si è guardato poco al risultato. Tutto animato da “allarmanti” comunicati stampa su argomenti di natura economica. Diatribe tra vecchia e nuova proprietà. Nel senso del pago io o paghi tu? Dopo la recente penalizzazione “preoccupa” la scadenza del 16 ottobre. Stipendi e contribuzione del bimestre luglio agosto. Una scadenza, perentoria, quella di metà settimana, che certamente “agita” più piazze. Il timore di nuovi deferimenti. Il rischio di ulteriori penalizzazioni “oscura”, minaccioso, il cielo di altre Società. Non tutti godono delle risorse necessarie. Ormai è accertato che i risultati del campo regalano una classifica virtuale. Puntualmente “ribaltata” dalla giustizia domestica della Federcalcio.
Sarà stato il caldo “ottobrino” dell’Adriatico? Fatto sta che il primo tempo del Monopoli non è stato all’altezza delle recenti prestazioni. I primi quarantacinque minuti sotto ritmo. Una impalpabile sensazione di gambe molli. Ci è voluto il gol del momentaneo vantaggio degli ospiti per dare la sveglia. Un pari che comunque non inficia l’ottimo campionato dei biancoverdi. Non lede il buon lavoro tecnico di Alberto Colombo. Un tiepido “brodino” per il Crotone. Un punto prezioso per respirare. Un punto che però non cambia gli “orizzonti” dei pitagorici. Ci vuole ben altro per scacciare l’aria pesante della contestazione che da tempo “agita” lo Scida. Pari tra Potenza e Foggia. Nel segno di Caturano ed Emmausso. Un risultato che incide poco sulle rispettive classifiche.
Taranto vince meritatamente sul Picerno. Non una bella partita certamente. Che i lucani visti allo Iacovone non possono nutrire ambizioni. Privi di qualità e voglia di vincere, non possono essere quelli che veleggiano nelle zone alte della classifica. Una vittoria che al Taranto restituisce autostima e morale. Una grande boccata di ossigeno. Tre punti per agganciare (momentaneamente) la penultima e mantenere, nei limiti, anche il distacco dalla quint’ultima. Tutto in attesa di tempi migliori. La zona play out? In tre punti ci sono 9 squadre. Coinvolte anche Foggia, Casertana e Crotone. Un futuro al momento imprevedibile per tutte.