giovedì 30 Gennaio 25

Riformare la Lega Pro

di Vittorio Galigani

Turris e Taranto, a metà febbraio, ove perdurasse l’inadempienza, rischiano di scomparire dalla mappa del girone C

Il girone meridionale di Lega Pro. Una “comica barzelletta”. Le precarietà di Turris e Taranto (alle quali auguriamo di riuscire a portare a termine, comunque e nel lecito, il campionato) “autorizzano” alcuni addetti ai lavori a inappropriate esternazioni di parte.

Turris e Taranto, bene precisarlo, hanno avuto il placet delle Licenze Nazionali in quanto, al momento delle iscrizioni, risultavano essere in regola con quanto stabilito dalle norme. Le difficoltà sono emerse nel corso del campionato. Strutturali e (soprattutto) economiche. Crisi tanto irreversibili da mettere anche in dubbio il disputarsi delle gare. Turris e Taranto, a metà febbraio, ove perdurasse l’inadempienza, rischiano di scomparire dalla mappa del girone C.

Situazioni anomale. Competenza esclusiva della giustizia domestica del sistema calcio nazionale, non dei tesserati, soprattutto di quelli delle Società più interessate. Chi ha perso sul campo deve rassegnarsi alla sconfitta. Nel senso che di un bel tacer non fu mai scritto.

Vale per le dichiarazioni, sui due Club, rilasciate da Biancolino (allenatore dell’Avellino). Il “pitone” che è stato appunto sconfitto, in casa, dai rossoblu pugliesi, ne prenda coscienza. Il demerito è suo e dei suoi calciatori a causa di una partita deficitaria. Andare alla ricerca di quei tre punti non gli rende merito. Biancolino è stato messo alla guida di una “Ferrari” per la categoria. Non accampi scuse. Se deve scalare la classifica, lo faccia con il gioco e con i risultati. A suon di gol. No augurandosi le disgrazie degli altri nel rispetto anche di chi, nel girone d’andata, ha incontrato il Taranto, non ancora disastrato e lo ha saputo battere.

Il girone C della Lega Pro è scandaloso. Vero, ma anche per altri motivi in ogni caso. Anche per le cifre esorbitanti che “aleggiano” sul trasferimento ad Avellino di Facundo Lescano. Sulla costosa valutazione attribuita all’operazione e sull’ingaggio corrisposto al prolifico “bomber” argentino. Tutte cifre a 5 zeri. Un’offesa alla sostenibilità della categoria. Di chi, con quella cifra, mantiene il monte ingaggi dei tesserati al di sotto del milione annuo lordo. La conferma della necessità di arrivare alla riforma della Lega Pro nel minor tempo possibile, proprio per evitare l’evidente disparità economica, tra club diversi, che rende la categoria meno appetibile ed interessante.

Trascurando, nello specifico, il giudizio prettamente tecnico/tattico che l’utilizzo contemporaneo di Lescano e Patierno (se rimane in Irpinia) metterebbe i due ragazzi nelle condizioni di fare a “capocciate” nell’area avversaria. Per le simili caratteristiche tecniche di entrambi.  Il “pitone” Biancolino rifletta allora su questo aspetto che è di sua esclusiva competenza. Piuttosto che augurarsi della radiazione di Turris e Taranto.

Che poi la situazione delle due Società sia “caotica” è fuor di discussione. E’ sotto gli occhi di tutti lo stato di crisi aziendale. Il fuggi fuggi di calciatori ed allenatori. Le procedure di messa in mora. Le convocazioni di figli di amici e figli di “benefattori”. A Taranto ha giocato, in primavera, un ragazzo che non era stato ancora tesserato. I calciatori in stato di sciopero da vergogna, come la striscia infinita di sconfitte preventivate. Da retrocessione certificata. Il tentativo, disperato, di salvare il titolo sportivo con lo spettro di un campionato di eccellenza dietro l’angolo.

Monopoli sugli scudi. Alberto Combo ed i suoi “respirano”, meritatamente, l’ossigeno che offre la vetta. Le foto social del patron Rossiello, che entra festante negli spogliatoi, sono diventate consuetudine. Quel tratto di gradinata del “Veneziani”, solitamente deserto, va riempiendosi segno di un entusiasmo che va montando gara dopo gara. L’armonia che accompagna il lavoro di Colombo e Chiricallo sta facendo il resto. Il “Gabbiano” il suo campionato lo ha già vinto.

Pieno del Cerignola in due trasferte consecutive. Risultati che rinvigoriscono le ambizioni degli ofantini. Che i gialloblu abbiano “scovato” il quid della continuità che gli ha impedito di assestarsi stabilmente in vetta? Il piglio messo in campo a Potenza fa pensare in positivo. A contendersi il primato sono rimasti in pochi.

D’Agostino, come detto, ha messo a disposizione del “pitone” una “Ferrari”. Dimostri Biancolino di saperla guidare. La frenata del Benevento ha fatto rientrare nel gruppo delle prime anche il Crotone. Sei squadre in sette punti per una volata finale di buon interesse. La continuità di risultati della squadra di Longo mette pressione su tutti. Decideranno gli scontri diretti, sperando che Turris e Taranto recuperino le “forze” economiche per non dover scendere dal “pullman” in corsa. La loro esclusione provocherebbe un disastro.

Catania e Trapani tra le delusioni del torneo. Per i rossoazzurri una “conditio” quasi annunciata. Tante, troppe difficoltà, anche iniziali. Una proprietà che sarebbe già sul mercato. Una gestione onerosa. Non bastano i 18 mila al Massimino. Una conseguente manifesta disponibilità a passare la mano. Segnali di stanchezza evidenti. La mancanza di risultati crea sempre delle crepe, a meno che, i play off, presi per la coda, non portino alla conquista di risultati che, sulla carta, appaiono attualmente improbabili.

Valerio Antonini ci ha messo il cuore, la passione ed il portafogli. Non sono stati sufficienti. Il Trapani è a 15 punti dalla testa della classifica. Le ha provate di tutte il patron granata. Anche cambiando tre allenatori. Ora sta rivoltando come un calzino la squadra. La mossa più azzardata? Affidarsi a Capuano. Istrionico davanti alle telecamere, piatto nello sviluppo del gioco, difficile da gestire caratterialmente. Il Trapani dall’avvento dell’Eziolino nazionale ha messo a segno 1 solo gol in campionato ed uno in Coppa Italia. I 3 rifilati ai bambini del Taranto non contano, perché è come fosse stato un allenamento del giovedì contro una squadra delle giovanili.

In ogni spogliatoio ha sempre “scovato” un antagonista. Era già successo in passato. Prima con Ciro De Cesare. Poi con Infantino e, da ultimo, con Facundo Lescano. Capuano è un allenatore da record. Tre panchine in una stagione non le ha mai “sedute” nessuno. Ma nemmeno tre volte tornato a casa. Il Trapani galleggia in classifica ai limiti dei play off. Antonini è un vincente di natura. Imperversa negli investimenti con l’assunzione di calciatori “prospettici” indipendentemente dalla cessione di Lescano all’Avellino. Una operazione economicamente intelligente e remunerata, ben fatta. Quei soldi non li avrebbe incassati mai più! Resta la scontentezza del presidente per i risultati mediocri. Capuano non ha convinto, è già finito sulla graticola. La decisione è stata già presa. Non potrà più friggere il pesce con l’acqua minerale, almeno per questa stagione.

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