Bocce ferme in casa rossoblù. L’attesa è per la decisione che la Procura della Repubblica potrebbe prendere breve. Il fallimento è dietro l’angolo
A Taranto Il pallone ha smesso di rotolare per la seconda settimana di fila e chissà quando riprenderà a farlo. Soprattutto con quali prospettive, dettate da chissà quale dirigenza. Resta ferma la presenza di Massimo Giove al vertice, ma è come se non ci fosse. Nel senso che la volontà di mollare la presa è stata più volte ribadita. Le condizioni per andare avanti mancano da tempo. Bisogna soltanto espletare l’eventuale passaggio di proprietà, un discorso ancora valido a tutti gli effetti. Anche perché la dolorosa esclusione dal campionato con la sentenza del Tribunale Federale Nazionale non ha cancellato dagli archivi della Lega Pro la matricola rossoblù che resta sempre la stessa. Dunque Rinaldo Zerbo sarebbe pronto a subentrare a Giove quanto prima. Il passaggio di proprietà sembrava poter avvenire a stretto giro, invece, nulla. Improvvisamente si sta procedendo a rilento. Anzi è tutto fermo in virtù di quanto deciderà la Procura della Repubblica, su espressa richiesta del Tribunale di Taranto, seconda sezione civile, che in presenza di un debito pesantissimo con l’erario (1.527.307,61 euro) ha deciso di passare ad altri la patata bollente. Il destino del Taranto è dunque appeso a un filo. Infatti qualora venisse decretata la insolvibilità del club rossoblù e dunque il fallimento, della matricola resterebbe soltanto un ricordo da riportare sui libri storia rossoblù. Questa settimana dovrebbe giungere la decisione e sarà più facile capirci qualcosa. Più generale va detto non è facile per nessuno capire se investire o meno nel Taranto, che ha alle spalle una tifoseria svuotata da ogni forma di entusiasmo. A riaccenderlo basterebbe poco, ma questa volta si farebbe fatica a ravvivare un fuoco dai colori pallidi. Il futuro, al momento, è avvolto da una persistente coltre di nebbia e non si vede a distanza di neppure pochi centimetri.