La sentenza spiega che il club ha pagato soltanto parte delle ritenute richieste e peraltro utilizzando anche crediti di imposta non propri, ma della General Service Srl. Inoltre i versamenti «non emergono da nessuna dichiarazione fiscale, né tantomeno dal modello 770».
Sono state rese note le motivazioni che hanno indotto il Tribunale Federale Nazionale a punire il Taranto con l’esclusione dal campionato di Lega Pro e con tre punti di penalizzazione da scontare nel primo campionato a cui il club rossoblù si iscriverà. Oltre, naturalmente alle inibizioni a Massimo Giove (tre anni), Salvatore Alfonso (3 anni), Mark Colin Campbell (1 anno) e a Maria Acquaviva (6 mesi). Il Taranto, magari nella fretta di provvedere al saldo del debito Irpef e Inps, ha peraltro provveduto soltanto al parziale pagamento (motivazione più che sufficiente per estrometterlo dal campionato) delle ritenute Irpef e Inps relative agli stipendi dei tesserati e degli incentivi all’esodo per due calciatori. In più l’ha fatto beneficiando i crediti maturati da un terzo, la General Service S.r.l, il che non è ammesso dalle norme
In particolare il Taranto avrebbe provveduto al saldo dei versamenti: «delle ritenute Irpef – si legge nel dispositivo del TFN – relative agli emolumenti dovuti ai tesserati per le mensilità di novembre e dicembre 2024, delle ritenute Irpef relative alle rate degli incentivi all’esodo nelle mensilità di novembre e dicembre 2024 dovuti a due tesserati e dei contributi Inps per gli emolumenti dovuti ai tesserati per le mensilità di novembre e dicembre 2024 e dei contributi Inps relativi alle rate di novembre e dicembre 2024 e gennaio 2025 del piano di rateazione». Altre voci di debito, infine, sono state completamente omesse e cioè: «Ritenute Irpef relative agli emolumenti dovuti ai tesserati per la mensilità di gennaio 2025; Ritenute Irpef relative alle rate degli incentivi all’esodo nel mese di gennaio 2025 dovuti ad un tesserato; ritenute Irpef relative alle rate in scadenza di novembre e dicembre 2024 e gennaio 2025 del piano di rateazione; contributi Inps per gli emolumenti dovuti ai tesserati a gennaio 2025». Altro punti rilevato è che i versamenti «non emergono da nessuna dichiarazione fiscale, né tantomeno dal modello 770, che non risulta presentato all’Agenzia delle Entrate».