giovedì 17 Ottobre 24

Taranto, la cessione che continua a non esserci

di Giuseppe Di Cera

Il club rossoblù resta nelle mani di Massimo Giove. Intanto saluta il dg Lucchesi: “ho reso appetibile il club”

Alla fine di questo 16 ottobre tutto resta così com’è. Non si è mossa una sola foglia rispetto alle settimane e ai giorni scorsi, perché il Taranto era ed è, al momento, di proprietà di Massimo Giove e della sua famiglia che si avvale della Consultrust, fiduciaria che ne gestisce le quote. Essere una fiduciaria non significherebbe dare fiducia illimitatamente, perché la conduzione delle trattative non avrebbe trovato pieno consenso.

La data odierna avrebbe potuto segnare un passaggio di consegne verso una nuova proprietà e invece nulla di tutto questo. Nessun bonifico dal potenziale acquirente in pole posizione (la statunitense Apex, non proprio causalmente uno degli sponsor di SailGp) e nessun bonifico da Giove a saldo degli stipendi di luglio e agosto per i tesserati e delle pendenze di vario genere con federazione ed enti vari per un totale di circa 250.000 euro. Nulla di nulla sarebbe partito. L’altro fondo interessato al Taranto, un gruppo toscano, avrebbe fatto un passo indietro, restando alla finestra, che potrebbe sempre chiudere.

E allora si può continuare cosi com’è stato dall’inizio del campionato a oggi con due sole eccezioni di rilievo: il dissequestro della Curva Sud, che può essere finalmente abbattuta, e l’uscita del direttore generale Fabrizio Lucchesi, che ha visto esaurirsi il compito per il quale era stato chiamato da Giove: restituire dignità a una società pericolante. Dignità che Lucchesi rivendica con forza e orgoglio: “sono stato chiamato a risolvere un compito molto difficile – sostiene Lucchesi mentre è in auto per risalire la penisola – e credo di esservi riuscito. Ho dovuto organizzare una grande cura dimagrante per la società, perché ad esempio gli incassi delle gare non bastavano neppure a coprire le spese di apertura dello stadio. Ho dato ordine, ma soprattutto ho reso appetibile una società che non lo era, perché produceva debito. In poco tempo e con tanto lavoro ho attratto due compratori per trattative, che non seguito direttamente, ma dall’esterno come spettatore interessato”. Questa la versione di Lucchesi, a cui non sono state risparmiate aspre critiche di parte della tifoseria: “Forse non sono stato bravo a fare capire il motivo per il quale sono stato chiamato, ma posso dire che gli obiettivi sono stati raggiunti”.

Come finirà questa vicenda? “Se in queste ore o nelle prossime non dovesse arrivare un acquirente la situazione diventerebbe molto difficile. Sarebbe stato giusto provvedere in estate e non ora. È davvero un peccato che si vivano giorni difficili come questi. Questa piazza merita tanto e me ne sono affezionato. Tanto che quando ho salutato i giocatori mi sono emozionato. Forse sono diventato un po’ vecchio. Questa squadra, migliorata, può salvarsi. Anzi le dico che, già così, siamo più forti di altre”.

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