lunedì 2 Dicembre 24

‘U VULPIS

di Vittorio Galigani

Recentemente, da ultimo, è stata ufficializzata  la collaborazione, decorrenza gennaio 2025, di Marcel Vulpis. Con un ruolo che, peraltro, sta già svolgendo a Enna (Serie D girone I). Vulpis è legato da amicizia con Roberto Ciccioli. Frequentano gli stessi ambienti. Sarebbe stato presidente in Lega Pro se Marani non lo avesse scalzato brutalmente. Il fatto che il conferimento del suo mandato sia stato annunciato, con largo anticipo, lascia ben sperare sui buoni propositi di Apex Capital Global LLC

A Taranto non si riesce più a parlare di calcio. Di calcio giocato. Di terzini. Di mediani. Di centravanti. Di tattica. Di risultati. La squadra, per una serie  di vicissitudini  totalmente estranee al pallone che rotola, ha oggi un seguito esiguo. Le presenze, sugli spalti dello Iacovone, sono sempre di meno. L’ambiente appare volersi “adeguare” alla mediocrità di un campionato anonimo.

Gli argomenti chiave. Sulla bocca di tutti. Sono, oggi, di tutt’altra natura. I giochi del Mediterraneo, la smantellamento dello stadio Iacovone, la cessione della quote di maggioranza di F.C. Taranto 1927 Srl.

Aleggia un alone di tristezza “sull’abbattimento” dei gradoni dello storico Salinella. I più anziani ricordano il “frastuono” provocato da quelle poltroncine, in ferro e legno, della tribuna. Un chiasso che arrivava ad “intimorire” gli avversari. Le generazioni più giovani il coro e poi il silenzio che anticipava il rumore fragoroso della “bomba” di John Wajne. Negli ultimi anni le “festaiole” coreografie organizzate, in curva, dai componenti dell’universo “Ultras”.

I Giochi del Mediterraneo del 2026, “regaleranno” alla città, (lo si spera) un gioiello di impianto sportivo. Idoneo alle necessità del futuro. In un ambiente dotato di tutti i comfort. Per assistere ad uno spettacolo degno di tale nome. Calcio ed eventi artistici all’avanguardia. Di ogni tipo.

I “Giochi” dovevano rappresentare una festa. Una ventata di gioventù e freschezza per la città. Si disputano invece in uno dei suoi periodi peggiori. Non va infatti trascurata la crisi del siderurgico e di altre attività imprenditoriali dell’indotto, che stanno mettendo in ginocchio l’economia del territorio.

I ritardi nella realizzazione/ristrutturazione degli impianti stanno provocando delle “preoccupazioni” di non poco conto per l’esercizio delle attività sportive. Il peggiore e più penalizzante è lo “sfratto” imposto alla prima squadra di calcio del territorio. La decisione di far giocare il Taranto in “trasferta” per 18 mesi crea grandi difficoltà. Per la logistica, per l’attività organizzativa ed agonistica, per la partecipazione, in presenza, del tifo e degli appassionati. Non da ultimo per l’ordine pubblico.

Una difficoltà che ha imposto, all’attuale proprietà del Taranto calcio, di rivedere programmi ed investimenti. L’abbandono degli sponsor. L’isolamento dal territorio. L’inasprimento dei rapporti. Il protrarsi della contestazione (bisogna riconoscerlo). Fatti che stanno consigliando di prendere seriamente in considerazione l’abbandono. La cessione. Contatti molti. Negli ultimi anni. Pochi concreti o soddisfacenti. Nell’indifferenza totale delle civiche istituzioni.

Sino a quando il sindaco Melucci, improvvisamente, a metà ottobre scorso, presenta alla città Mark Campbell, rappresentante di Apex Capital Global LLC, rappresentante di un gruppo (americano) interessato a rilevare il club. Sembrava tutto fatto. In conferenza stampa fu comunicato che l’operazione sarebbe stata perfezionata in 15 giorni. Non è stato mai chiarito, dai diretti interessati, chi sia stato, tra Giove e Melucci, a presentare Campbell all’altro.  Certo è che il rappresentante di Apex, inquadrato da foto indiscrete, frequentava Taranto dalla metà di settembre. Indiscrezioni attendibili raccontano però che il tramite, nelle presentazioni, sarebbe stato Marcel Vulpis.

Di giorni, da quella presentazione nel salone degli specchi, ne sono passati più di 45. Molti. Di passi avanti pochi. Uno indietro pesantissimo. 6 punti di penalizzazione, che potrebbero decretare la retrocessione della squadra, per il ritardo accusato da Apex Capital Global LLC nei pagamenti assunti e sottoscritti.

Dal 14 novembre scorso Mark Campbell, nominato procuratore speciale del Club, ha anche assunto il controllo generale della Società. Con l’impegno, tra l’altro, a sostituire la fidejussione, a garanzia del campionato, depositata in Lega Pro dalla attuale proprietà.

In assenza di questo atto si vive una gestione in situazione di stallo. No a assunzioni di nuovi collaboratori. No a nuovi tesserati. Massimo riserbo sul nuovo assetto societario. Sui suoi componenti. Sul termini del piano industriale elaborato. Lunedì scorso Campbell ha dichiarato che gli sono necessari ulteriori 15 giorni.

Si, però, a comunicati stampa, periodici, siglati da Apex, che preannunciano iniziative di diversa natura ed interesse. Nel campo del marketing, del ticketing, della comunicazione ed organizzazione societaria. Con l’obbiettivo della crescita strategica del marchio. Per ora, però, tutto nelle intenzioni.

Recentemente, da ultimo, è stata ufficializzata  la collaborazione, decorrenza gennaio 2025, di Marcel Vulpis. Con un ruolo che, peraltro, sta già svolgendo a Enna (Serie D girone I). Vulpis è legato da amicizia con Roberto Ciccioli. Frequentano gli stessi ambienti. Sarebbe stato presidente in Lega Pro se Marani non lo avesse scalzato brutalmente. Il fatto che il conferimento del suo mandato sia stato annunciato, con largo anticipo, lascia ben sperare sui buoni propositi di Apex Capital Global LLC.

Per “saltare”, nei programmi, a gennaio 2025, gli “americani” debbono essere necessariamente in possesso di certezze. Sull’ esito positivo del closing nei termini convenuti. Sulla reale capacità di sostituire quella fidejussione attorno alla quale si “agitano”, nel presente, tutti i dubbi. Sulla capacità economica di superare con successo i pagamenti in scadenza il 16 dicembre prossimo. Come, ove fosse necessario, di essere in possesso della provvista necessaria per coprire la perdita d’esercizio, risultante, dai libri contabili, al 30 giugno scorso.

Ove così non fosse viene da pensare che viviamo, tutti, in un mondo di folli!

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