lunedì 2 Dicembre 24

UN UOMO

Di Vittorio Galigani

I meriti di Cazzarò, nell’occasione, vanno oltre la passione per i colori. Michele non ha certamente la bacchetta magica. Ha solo studiato l’avversario. Ha saputo sfruttare al meglio le qualità dei ragazzi a sua disposizione. Ha “tamponato” il gioco sulle fasce. Sapeva dei tanti palloni che inevitabilmente sarebbero piovuti nella sua area e lì ha costruito la sua vittoria. Ha eretto un “fortino” insuperabile che faceva perno sull’esperienza di De Santis

Che Michele Cazzarò non fosse una semplice “figurina”. Chiamato a sostituire lo Schettino di turno. “L’indecente” Gautieri. Noi, che lo conosciamo dai tempi del settore giovanile, lo sapevamo. E con lui il “fido” di sempre. Enzo Murianni. Due belle espressioni del territorio ionico con i colori rossoblu impressi, indelebili, sul petto.

Michele è salito ad Avellino per giocarsela. A suo modo. Coperto sulla linea della propria area di rigore e pronto a ripartire negli spazi. Consapevole di avere di fronte una “corazzata” alla quale non si dovevano concedere vantaggi. Battimelli in gol, di rapina, per la seconda volta. Il 2005 firma anche in questa occasione la vittoria. La seconda di questo tribolato torneo. Sta a significare che non tutto è da gettare.

Chiudere in vantaggio i primi 45 del Partenio. Con merito. Valeva già più di una vittoria. Cazzarò ha “timbrato” quella definitiva nella ripresa. Ha saputo imbrigliare ancor più la manovra dei biancoverdi. L’Avellino non si è mai reso realmente pericoloso. E’ andato costantemente a sbattere contro quella “diga” eretta dal tecnico tarantino sul limite della propria area.

Una manovra farraginosa quella odierna dei campani. Irriconoscibili rispetto a quanto dimostrato rispetto alle ultime uscite. Sono venuti meno proprio gli uomini più rappresentativi. Patierno e soci hanno gettato alle ortiche la più preziosa delle occasioni. Un campionato che purtroppo per loro ritorna i salita.

I meriti di Cazzarò, nell’occasione, vanno oltre la passione per i colori. Michele non ha certamente la bacchetta magica. Ha solo studiato l’avversario. Ha saputo sfruttare al meglio le qualità dei ragazzi a sua disposizione. Ha “tamponato” il gioco sulle fasce. Sapeva dei tanti palloni che inevitabilmente sarebbero piovuti nella sua area e lì ha costruito la sua vittoria. Ha eretto un “fortino” insuperabile che faceva perno sull’esperienza di De Santis.

Tre punti che restituiscono allegria alla “truppa” rossoblu. Tre punti determinanti per la ricerca dell’autostima completamente smarrita dopo la “manita” subita a Potenza. Una iniezione di fiducia in proiezione salvezza. Se questi sono i presupposti perché non “sognare” di una possibile salvezza da acquisire sul campo.

La gara del Partenio ha detto che al Taranto occorrono gli uomini. Non i pavidi. Quelli dal certificato medico facile. Gautieri, quindi, rimanga pure a casa. “Scovi” la dignità per dimettersi. Dopo gli “schiaffi” patiti al Viviani. Dopo la “miseria dei punti racimolati in dodici gare. Era l’unica cosa che gli era rimasta da fare. Rimane da chiedersi, ove ne abbia l’intenzione, con quale faccia si ripresenterà allo Iacovone.

Cazzarò (e il fido Murianni) e la squadra hanno inviato un segnale forte a tutto l’ambiente. Nulla è precluso. Nonostante le imminenti penalizzazioni. C’è ancora tanto da giocare. Può ancora accadere di tutto. Anche in considerazione dei risultati sugli altri campi.

Un messaggio esplicito a quanto ruota attorno al club. Il closing diventi una realtà. A breve. Si apre una settimana importante. L’ambiente vive di voci di corridoio. Di “indiscrezioni” non sempre felici. Gli incontri/confronti Campbell li faccia in città. Alla luce del sole. Ne guadagnerà in credibilità. Quella “presentazione” nel salone degli specchi ha “spalancato” ai dubbi. Tanti. I ritardi nei pagamenti hanno evidenziato una difficoltà che non è oggettiva. La palese dimostrazione che Mark Campbell (o chi per lui) è alla “ricerca” di risorse finanziarie. Il tentativo di “rastrellare”, su più piazze, la liquidità indispensabile per acquisire il Taranto e conferirgli la indispensabile sostenibilità.

Si aggiungano altre situazioni “gestite” da dietro le quinte. Lo dimostra il silenzio stampa imposto al termine della gara di Avellino. Un dispetto inutile ai tifosi che avrebbero gradito sentire le sensazioni di quella “impresa” dalla voce dei protagonisti. Un dispetto che una nuova proprietà non si dovrebbe mai concedere. Un errore imperdonabile. Incomprensibile. Che sia il sintomo di un closing “incerto” e ancora lontano? 

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